Paradosso “Agenda Urbana”, in Regione decreti fermi ma c’è l’ipotesi di un bis

 
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L'amministrazione comunale e i tecnici di "Agenda Urbana"

Gela. Da programma che ha già assicurato stanziamenti al municipio, ad osservato speciale. Su “Agenda Urbana”, che per Palazzo di Città significa finanziamenti per circa venti milioni di euro, si inizia a concentrare anche qualche preoccupazione istituzionale. Dalla Regione non arrivano segnali e all’appello mancano dieci decreti, che sbloccherebbero l’iter di importanti progetti, già completamente istruiti dal gruppo di lavoro che da circa un anno opera esclusivamente sul programma, coordinato dall’Autorità urbana. Si ipotizzava che i decreti mancanti potessero essere rilasciati non oltre giugno. Non ci sono stati passi in avanti. Negli ultimi giorni, l’assessore Terenziano Di Stefano e il dirigente Antonino Collura hanno avuto nuovi incontri con i tecnici e con i professionisti che seguono tutte le attività. Senza risposte dalla Regione, il rischio grosso è di andare verso un lungo stop, con un cronoporgramma che prevede rendicontazione e conclusione di tutti i lavori, non oltre il 2023. Probabilmente, l’amministrazione cercherà di calcare la mano con Palermo, anche perché il fermo di “Agenda Urbana” causerebbe danni non da poco per il Comune, che ha già sostenuto spese notevoli.

Il vicesindaco ha avuto contatti con il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, ma l’attuale stasi non sembra da legare esclusivamente alle variazioni di bilancio, predisposte dagli uffici tecnici palermitani. “Agenda Urbana” potrebbe diventare un paradosso, soprattutto istituzionale. Mentre tutto tace sul fronte dei decreti fermi in Regione, proprio da Palermo sembra prendere corpo l’ipotesi che il programma di finanziamento possa avere un seguito. Questa volta, il Comune opererebbe insieme ad un altro ente del territorio, Butera. L’attuale “Agenda Urbana” mette insieme Gela e Vittoria. Servono però gli stanziamenti e con i decreti fermi, tutto rischia di saltare.

1 commento

  1. Se il sindaco e tutta la deputazione non fanno la voce grossa qui’ ci prenderenno ancora per fessi e passeremo come la città “babba”

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