Parisi rimane in carcere per tentato omicidio: al riesame cade l’aggravante mafiosa

 
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Gela. Il venticinquenne John Parisi, arrestato con l’accusa di tentato omicidio dopo gli spari di inizio gennaio in via Venezia, rimane in carcere, ma su di lui non pende più l’aggravante mafiosa. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta hanno accolto in parte il ricorso presentato dal legale di difesa, l’avvocato Davide Limoncello. L’ordinanza è stata annullata solo per la parte che riguarda la contestazione mafiosa. Secondo i giudici del riesame non ci sarebbero indicazioni certe per sostenere, come sono invece convinti i pm della Dda nissena, che dietro all’azione di via Venezia ci siano anche ragioni collegate ad un possibile contrasto tra clan. L’antimafia, ieri nel corso dell’udienza, ha prodotto le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giovanni Canotto, che colloca Parisi tra gli stiddari. Linea rafforzata dal deposito della sentenza “Stella cadente”. Il pm Matteo Campagnaro ha fatto riferimento a segni distintivi, ritenuti decisivi, come la stella tatuata sulla mano di Parisi. La difesa, nel ricorso presentato al riesame, ha escluso non solo l’aggravante mafiosa ma anche il fatto che ci siano certezze vere e proprie sull’identità di chi ha sparato.

Per il legale, Parisi non avrebbe avuto ragioni di astio tali da indurlo a fare fuoco contro il quarantaseienne, colpito ad una mano. I due sono legati da vincoli familiari. La custodia cautelare in carcere per il tentato omicidio è stata confermata, ma il riesame ha escluso l’aggravante mafiosa.

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