Spata evita il confronto televisivo, Scerra e Lorefice: puntualizzazioni!

 
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Gela. La campagna elettorale a Gela volge penosamente al termine. Cosa abbiamo visto sinora? Per lo più schermaglie che poco hanno entusiasmato i cittadini. Quasi mai si è volato alto, il che vorrebbe dire far parlare soprattutto i programmi e i mezzi coi quali dare soluzione ai tanti, drammatici e annosi problemi che affliggono la città. Una querelle è nata appena qualche giorno fa, fra l’avv. Lucio Greco e la coalizione capitanata da Giuseppe Spata. Motivo: l’assenza del candidato Spata (aveva già disertato due confronti con gli altri candidati a sindaco nella trasmissione “In bocca all’urna”, condotta da Salvatore Bartolotta e in onda su Telegela 647 e, in streaming, sulla pagina del Quotidiano di Gela ndr) che avrebbe dovuto duellare appunto con Lucio Greco.
Evidentemente, qualche testa pensante della compagine della cosiddetta destra ha ritenuto che il confronto non andava onorato. A quel punto, Lucio Greco decide di abbandonare lo studio televisivo in cui era stato invitato. Dunque, Spata ha, ancora una volta, evitato il confronto con Greco. L’interpretazione che ne è scaturita non poteva che essere: Spata teme il confronto con Greco!
Ed ecco che una componente importante della coalizione di Spata, Salvatore Scerra, si prodiga generosamente per giustificare un atto che all’opinione pubblica è apparso piuttosto chiaro e sconcertante. Scerra accusa Greco di metterla sullo scontro, cosa che non gli è gradita e sottolinea come non gli interessi illudere gli elettori promettendo cose che poi non potranno mantenere. Curiosa affermazione quella di Scerra. Nelle democrazie che si rispettano, i confronti tra candidati costituiscono il banco di prova su cui mettere in evidenza la bontà della propria proposta politica e per far emergere i punti deboli e fumosi di quella avversaria. Il confronto, o il duello, in TV non è certo una cosa volgare, ma piuttosto la metafora della lotta tra il bene e il male, tra il lecito e l’illecito, il possibile e l’impossibile, la verità e la menzogna.

La coalizione di cui fa parte Scerra preferisce evidentemente colpire gli avversari alle spalle, se è vero che l’indiscusso capo della coalizione di Spata, ossia Alessandro Pagano, l’uomo che ha sempre amato Gela di un amore profondamente viscerale e dalle dimensioni oceaniche, campione del più pirotecnico trasformismo politico, ha giudicato il tentativo serio portato dai Civici “una minestra avvelenata”. Beh, a Pagano rispondiamo che quando parla di veleno, farebbe bene a cercare nel suo alveare. E che dire dello stesso Spata, il quale ha giudicato la coalizione dei Civici innaturale e dettata da evidenti interessi elettorali. Ovviamente, i compagni di viaggio di Spata sono tutti di primo pelo se non proprio angeli mandati da Dio per risollevare le sorti della città.
Basta conoscerne i nomi per rischiare di prendersi l’orticaria. Comunque, prendiamo l’accusa di Spata come una semplice battuta che non ha sortito, però, alcun effetto umoristico. Se poi devo sentire dal mio amico Emilio Tallarita, eterno supporter di Pellitteri, che Spata non è neanche leghista, allora siamo davvero alle comiche. Di questo fatto è a conoscenza il suo ispiratore, ossia Alessandro Pagano? Ne è stato informato anche Matteo Salvini? Sapremo mai il colore che predilige Spata? Se Spata non è un leghista, perché si è fatto orgogliosamente ritrarre accanto a Salvini come appare nelle varie gigantografie sparse per la città? Mah! D’altronde, non tutto si può capire quando le cose sfiorano l’assurdo. Come il sodalizio Pagano-Federico che, peraltro, ritengo politicamente legittimo. Ma ricordo a me stesso che quattro anni fa, Federico non parteggiò per Lucio Greco perché lo riteneva legato a Pagano. Cosa è successo adesso? Mah, fatti loro!
E passiamo ai cinque stelle. Ho trovato apprezzabile il tentativo del senatore Lorefice di rimediare alla maldestra dichiarazione di Cancilleri che si era dichiarato possibilista nel sostenere la causa della Lega nella nostra città. Infatti, molti pentastellati gelesi ricordano ancora bene di quando, quattro anni fa, ricevettero l’immenso e decisivo regalo che la compagine di Lucio Greco aveva fatto loro, senza condizioni e senza l’ombra di alcun baratto; e, inoltre, non vogliono essere complici della masochistica conseguenza di vedere consegnate le chiavi della città allo straniero di turno, Alessandro Pagano. Noi di Un’altra Gela volevamo quattro anni fa il cambiamento, occasione che i pentastellati, e lo dico con dolore, hanno scriteriatamente e maldestramente sprecato. Ora Il cambiamento che a loro non è riuscito, potrebbe essere realizzato proprio da Lucio Greco e dal suo staff.

Rosario Di Natale

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4 Commenti

  1. A va curcati Carmelo66,
    Per essere profondo alla stessa maniera.
    Mi piacerebbe leggere la visione della faccenda dalla controparte, se mai esistesse una visione alternativa dei fatti raccontati in questo articolo.

  2. Mi ricordo quando ero piccolo e non ero preparato non volevo andare a scuola e mi inventavo delle scuse per evitare di essere interrogato….

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