Patto mafia-politica, aperto il processo a Giugno: prodotto verbale con dichiarazioni

 
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Giugno è a processo dopo l'indagine "Polis"

Gela. Avrebbe fatto da garante al presunto patto mafia-politica, ritenuto alla base dell’elezione dell’ex sindaco Francesco La Rosa. Il sessantenne Giancarlo Giugno deve rispondere alle accuse che gli vengono mosse dopo l’indagine “Polis”. Per lui si procede separatamente rispetto agli altri imputati che invece hanno scelto il rito ordinario. E’ stato aperto il dibattimento davanti al collegio penale del tribunale di Gela, presieduto dal giudice Silvia Passanisi. Giugno, da decenni ritenuto capo di cosa nostra a Niscemi, era in video-collegamento insieme al suo difensore di fiducia, l’avvocato Filippo Crocè. Parte civile nel giudizio è lo stesso Comune niscemese, con il legale Massimo Caristia. Il pubblico ministero della Dda di Caltanissetta Luigi Leghissa ha prodotto sentenze, anche quella a carico di un altro coinvolto nell’inchiesta (Salvatore Ficarra), e un verbale di interrogatorio. Giugno, infatti, ha reso dichiarazioni agli inquirenti ad inizio febbraio e probabilmente se ne comprenderà la portata nel corso del giudizio.

L’indagine ha coinvolto anche altri imputati, attualmente a processo in un altro “filone”, sempre davanti al collegio penale del tribunale gelese. Si tratta di Francesco La Rosa, Salvatore Mangione, Giuseppe Mangione, Francesco Alesci, Francesco Spatola e dei gelesi Carlo Attardi e Giuseppe Attardi.

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