Paziente trasferita per sospetto Covid, “Santa Barbara”: “C”era alta probabilità fosse positiva”

 
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Gela. Il caso della paziente trasferita, nell’arco di poche ore, dall’ospedale “Vittorio Emanuele” alla clinica “Santa Barbara”, per poi far ritorno nuovamente al nosocomio di Caposoprano, ha creato non poche difficoltà, mettendo in crisi il sistema sanitario locale anti-Covid. Dalla clinica di Macchitella ritornano sulla vicenda. “La paziente è arrivata al “Vittorio Emanuele” per un forte mal di pancia e, una volta trasferita al Santabarbara, è stata sottoposta al test sierologico rapido – spiegano i vertici della società privata titolare della clinica – la Regione Siciliana, in relazione alle misure di allentamento del contagio previste dal governo, il 16 aprile ha disposto la possibilità, per le strutture sanitarie private, di effettuare i test sierologici sui propri pazienti, nell’ambito dello screening epidemiologico sul Covid-19. Le strutture private, infatti, non sono autorizzate a eseguire il tampone faringeo, ma sono autorizzate dalla Regione ad eseguire il test sierologico rapido. Pertanto, di fronte ad un caso giudicato sospetto i medici del Santabarbara hanno semplicemente messo in atto, con solerzia, le procedure di screening consigliate dal Comitato tecnico-scientifico della Regione Sicilia, utilizzando, peraltro, una tipologia di test altamente affidabile”. L’esito è stato valutato dai sanitari. “Il test effettuato sulla donna è risultato positivo per gli anticorpi Igm e negativo per gli anticorpi Igg. Ciò si verifica quando il soggetto è entrato in contatto con un virus della famiglia coronavirus – aggiungono – non necessariamente il covid-19, ma certamente un virus covid. A questo bisogna aggiungere che il test ha una specificità per il Covid-19 che va dall’86 per cento al 95 per cento. La specificità è la capacità di non scambiare il virus che stiamo cercando con altri virus. In sostanza, se il test sierologico rapido è stato eseguito per “cercare” il Covid-19, e gli anticorpi Igm sono positivi, è molto alta la probabilità che il coronavirus con cui il soggetto è entrato in contatto sia proprio il Covid-19. Ed è questo il caso della paziente. Solo il doppio tampone faringeo può confermare che si tratti o meno di Covid-19”.

La paziente, ritornata al “Vittorio Emanuele”, è stata sottoposta ad un primo tampone, con esito negativo, ma nei prossimi giorni sarà sottoposta al secondo. “Nell’ambito del programma di screening previsto dalla Regione, la direzione sanitaria del nostro ospedale applica un protocollo che prevede il test sierologico per tutto il personale della struttura, da effettuarsi ogni quindici giorni – concludono – il primo test è stato effettuato e nessuno dei nostri operatori è risultato positivo”. Questa vicenda ha fatto emergere una serie di debolezze organizzative e di comunicazione dell’intero sistema locale anti-Covid.

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