Pellegrino, “ho condiviso emendamento Pd”: “Maggioranza? Separo politica e amicizia”

 
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Per Pellegrino bisogna andare oltre lo scontro per recuperare il senso vero della politica

Gela. Con equilibri politici mai tanto liquidi, soprattutto in consiglio comunale, non è semplice interpretare il futuro anche più immediato a Palazzo di Città. La maggioranza del sindaco Lucio Greco soffre di evidenti amnesie politiche e spesso va in enorme difficoltà, come dimostrato dal voto sul regolamento Tari, che non è stato ancora completato. I pro-Greco fanno i conti (letteralmente) con numeri che non sono certamente blindati. In tempi di nomine, ci sono tante incognite da mettere sul tavolo. Tra i banchi di opposizione, a partire dal centrodestra, sembra che l’iniziale spirito “barricadero” si sia sopito e nonostante i numeri ballerini dei pro-Greco, sindaco e assessori non sembrano affatto temere ribaltoni. C’è anche chi si è schierato, con un voto magari non così prevedibile. E’ il caso del consigliere comunale Gabriele Pellegrino, il più votato in assoluto alle amministrative di un anno fa. Lunedì, in aula, ha detto sì all’emendamento del Pd sul regolamento Tari, poi bocciato dall’aula. “Quello era un emendamento assolutamente corretto e di buonsenso – spiega – l’avrei votato anche se lo avessero presentato altri gruppi o partiti. Non si può imporre il pagamento della Tari agli immobili sfitti, è assurdo. Sono convinto che se l’emendamento del Pd fosse stato presentato prima dell’uscita dalla giunta e della crisi con l’amministrazione comunale, sarebbe passato. E’ una mia convinzione”. Pellegrino, di recente, ha anche appoggiato atti proposti da “Libera-mente”, gruppo di maggioranza (seppur molto critico verso Greco) e non ha mai nascosto i suoi rapporti con esponenti non di centrodestra. Ieri, qualche polemica è montata a seguito di una foto che lo immortalava con i consiglieri Vincenzo Casciana, Pierpaolo Grisanti (entrambi di “Libera-mente”) e con il segretario provinciale dem Peppe Di Cristina. “Non capisco cosa ci sia di strano – continua – fuori dal consiglio comunale ho rapporti personali che durano da anni e vado a cena con persone che sono miei amici. Non mi vergogno di dire che Peppe Di Cristina è uno dei miei migliori amici, anche se è il leader del centrosinistra locale. Allo stesso tempo, se dovesse candidarsi alle Regionali non avrà il mio voto. La politica è una cosa, i rapporti personali e di fraterna amicizia sono un’altra cosa”.

Se la maggioranza, ormai da oltre un anno non riesce a trovare il giusto ritmo politico, anche l’opposizione di centrodestra pare poco incisiva (almeno in questa fase) e senza un vero leader. “Leader? Siamo leader di noi stessi – aggiunge il consigliere di “Avanti Gela” – non abbiamo bisogno di individuare un leader. Giuseppe Spata, un anno fa, è stato il riferimento di un gruppo di giovani che vuole rinnovare. Non c’è un leader predefinito. Siamo una squadra. Io, che sono stato il più votato, valgo quanto un candidato che ha ottenuto duecento o trecento voti meno di me. Questo significa essere compatti”. Pellegrino, nonostante gli ultimi colpi a sorpresa, esclude vorticosi giri. “La possibilità di dialogare con l’amministrazione comunale – conclude – c’era, c’è e ci sarà. Dobbiamo sempre partire da un presupposto, “Avanti Gela” è stata votata per stare all’opposizione. Ora, aspettiamo la relazione del sindaco su quanto fatto e sono sicuro che i risultati non ci saranno. Non è necessario stare ogni giorno sui giornali. Non ho manie di protagonismo, parlo solo con dati alla mano”.

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