Per l’acqua ancora bollette “d’oro”, in città c’è chi paga fino a 1.700 euro

 
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Gela. In queste settimane, i disservizi idrici sono ripresi, quasi con regolarità, e tante zone della città sono rimaste a secco per giorni. Come spesso capita, Siciliacque, gestore del sovrambito, e l’italo-spagnola Caltaqua, che copre l’intero servizio per il territorio locale, tendono a rimpallarsi le responsabilità. Il finale, però, non cambia mai, acqua razionata e disponibilità h24, solo sulla carta. Nonostante il servizio non abbia mai veramente ingranato, la gestione privata non si fa invece mancare le bollette “d’oro”. Anche negli ultimi giorni, ci sono utenti, residenti in piccoli stabili, che lamentano richieste di pagamento, fino a 1.600 euro. Bollette salatissime, con un caro prezzi che intanto dilaga anche per i beni di prima necessità. Istituzioni locali e forze politiche, in blocco, periodicamente rilanciano l’impegno (quasi solo elettorale) di rivedere i rapporti con il gestore privato.

Caltaqua, però, continua a fare il bello e il cattivo tempo e a piangerne le conseguenze sono solo gli utenti, che per un servizio fondamentale sono costretti a fare sforzi enormi per coprire le bollette “d’oro”, dovendo sopportare una qualità non certo all’altezza delle tariffe.

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