“Per voti promettevano assunzioni anche in Tekra”, comunali 2015: quindici a processo

 
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L'indagine riguardò la campagna elettorale di otto anni fa

Gela. Le amministrative di cinque anni fa le vinse, a sorpresa, l’allora grillino Domenico Messinese. Si impose sul sindaco uscente Angelo Fasulo, al termine del turno di ballottaggio. Secondo i pm della procura, Fasulo e alcuni esponenti del suo gruppo politico, pur di avere voti, avrebbero promesso assunzioni, buoni spesa, buoni benzina e favori sul rilascio di autorizzazioni. Le indagini vennero chiuse lo scorso anno. Si dovranno presentare in giudizio il prossimo novembre. Per il sostituto procuratore Mario Calabrese, le contestazioni mosse sono da confermare. Per questa ragione, è stato disposto il processo. I quindici coinvolti, con ruoli diversi, sono ritenuti responsabili di aver violato la disciplina del testo unico in materia di elezioni amministrative, con conseguenze penali. Nell’inchiesta, oltre a Fasulo, sono coinvolti l’ex assessore Giuseppe Ventura (che alle amministrative di cinque anni fa riuscì ad essere eletto consigliere), l’ex consigliere comunale Santo Giocolano (che non venne rieletto), Gianluca Demetrico (a sua volta candidato non eletto), Sandro Italiano, Nunzio Di Caro, Carmela Liuzza, Carmelinda Saluci, Vincenzo Piscopo, Catiuscia Amico, Orazio Nisellino, Rosario Gueli, Grazio Ferrara, Alessandro Piscopo e Crocifisso Di Gennaro. Durante le indagini, sarebbero emerse promesse di assunzioni anche tra le fila dell’azienda campana Tekra, che già in quel periodo gestiva il servizio di raccolta rifiuti in città. Alcuni imputati avrebbero fatto da tramite con i candidati, così da raggiungere presunti accordi. Tra i coinvolti, c’è anche chi ha precedenti e procedimenti penali in corso.

A differenza della chiusura indagini dello scorso anno, tra gli imputati che dovranno affrontare il processo a novembre non figura l’ex deputato regionale Miguel Donegani, che aveva contestato gli addebiti, chiedendo di poter chiarire la propria posizione. Interrogatori sono stati sostenuti da altri raggiunti dai provvedimenti della procura. Tutti hanno escluso di aver mai chiesto voti in cambio di lavoro o favori. Secondo quanto spiegato da diversi difensori, non ci sarebbero mai stati rapporti di conoscenza o frequentazione. Tutti aspetti che verranno valutati nel corso dell’istruttoria dibattimentale.

1 commento

  1. Ghelas,Ipab,rifiuti,Ato,caltaqua e chissà quante altre gestioni che si trovano nelle mani della politica, e risultano essere nelle medesime condizioni!Tutto rappresenta il prodotto malefico, di una squallida politica clientelare corrotta, dedita quasi sempre a produrre voti di scambio e spartizioni!Adesso vedremo se la magistratura riuscirà finalmente a fare chiarezza e di conseguenza se riuscirà ad intaccare un sistema malato che dura da oltre quarant’anni e più!!!!Ovviamente, anche noi cittadini gelesi abbiamo le nostre colpe e responsabilità, perchè spesso con il nostro voto e le nostre scelte, abbiamo contribuito ad alimentare tale diabolico sistema, che ci ha portati ad un crollo verticale economico sociale e di valori, che adesso stiamo subendo passivamente! Chissà se mamma Gela riuscirà a rialzarsi dopo i tanti durissimi colpi,subiti nei decenni e che ancora oggi ci impediscono di voltare pagina!!!

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