Perseguitava la psichiatra che l’aveva in cura, assolto: “Non era capace di intendere e di volere”

 
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Gela. Mentre era in cura in una struttura specialistica della città, si invaghì della psichiatra che lo seguiva nel suo percorso terapeutico. Un interesse che ben presto si trasformò in veri e propri atti persecutori. Un trentacinquenne, alla fine, venne denunciato dalla professionista. E’ finito a giudizio davanti al gup del tribunale Lirio Conti. Il magistrato, dopo aver valuto il contenuto di due diverse perizie psichiatriche, richieste dal difensore dell’imputato (l’avvocato Giovanna Cassarà), ha disposto il non luogo a procedere. Il trentacinquenne, che dopo qualche tempo decise di lasciare il centro di cura, non era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. La psichiatra iniziò a ricevere decine di telefonate e continui messaggi di ogni tipo, anche attraverso whatsapp.

La difesa ha spiegato che in quella fase l’imputato non era più sottoposto ad alcuna cura e di conseguenza i suoi disturbi mentali lo avrebbero indotto ad andare avanti con le molestie. Anche i magistrati della procura, valutando il quadro clinico, hanno chiesto il non luogo a procedere.

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