Pesanti sospetti su aree “Ciliegino”, manager “Tep”: “Se necessario parta indagine”

 
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L'inaugurazione del progetto mai completato

Gela. Doveva essere un maxi investimento (uno dei più importanti in Europa), in grado di assicurare occupazione, senza passare dall’industria pesante. Partito con la grancassa degli sponsor politici dell’epoca, l’investimento “Ciliegino” di Agroverde si impantanò quasi da subito, ed era il 2013. Da allora, i cantieri non sono più ripresi. Sono state sbancate intere aree tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. Si sono susseguiti investitori (solo potenziali) di ogni tipo. Ad inizio anno, la coop “Agroverde” ha pure perso le autorizzazioni. Di alcune vicende si è occupata la magistratura, anche se ad oggi non risultano indagini concluse. Su quelle aree si è scatenata una nuova corsa “all’oro”. Gli investimenti sul fotovoltaico e sulle energie alternative continuano a fare gola. Come abbiamo riportato su questa testata, i funzionari della Regione hanno disposto la sottoposizione alle procedure di valutazione di impatto ambientale e di incidenza ambientale per un nuovo progetto, sulla carta capace di attrarre investimenti per circa 50 milioni di euro, così hanno scritto i manager dell’azienda marchigiana “Agroenergie srl”, che fa capo all’imprenditore Tiziano Giovannetti. Il progetto è stato ribattezzato “Gela Fv” e ricade proprio sugli stessi terreni di “Ciliegino”. I vertici della cooperativa di Stefano Italiano, non a caso, hanno subito presentato osservazioni a Palermo. Spiegano che “Agroenergie” non avrebbe “la disponibilità del lotto di terreno di progetto”. “Lo schema di connessione alla Rtn risulta uguale a quello già autorizzato alla Agroverde S.c.a.r.l. nel corso della procedura di autorizzazione per il polo serricolo-fotovoltaico denominato “Ciliegino”, si legge ancora. Per i tecnici regionali, però, le deduzioni di “Agroverde” “non sono attinenti la valutazione ambientale in oggetto in quanto non riferite agli eventuali effetti sui fattori ambientali prodotti dal progetto de quo, bensì a delle problematiche tecnico-giuridiche non di competenza di questa Commissione tecnica specialistica”. “Agroverde” non è l’unico gruppo ancora interessato a capire cosa stia accadendo su quelle aree, già segnate da espropri mai coperti in favore dei proprietari. Un’altra società del settore esce allo scoperto. Si tratta di “Tep Renewables” che ha già avuto due incontri con l’amministrazione comunale. Collabora anche con Enel Green Power nel programma di decarbonizzazione, basato sulla realizzazione di impianti per energie rinnovabili. “Nel rispetto di una corretta e trasparente interlocuzione con le istituzioni, questa iniziativa ha fatto oggetto di due incontri tra “Tep Renewables” e il Comune di Gela e ciò in un primo momento nell’ambito della valutazione del subentro nei permessi rilasciati per il progetto alla Cooperativa Ortofrutticola a.r.l Agroverde- scrive l’amministratore delegato Leonardo Montesi – e successivamente all’interno dello studio di fattibilità di un nuovo progetto elaborato da “Tep Renewables Ltd” a seguito della revoca da parte della Regione Siciliana di tali permessi”. A livello locale, l’azienda ha dato mandato all’avvocato Rocco La Placa, che negli ultimi mesi ha avuto diversi incontri con i proprietari dei terreni. C’è chi ha già dato disponibilità incondizionata a vendere; altri, invece, hanno posto delle condizioni economiche. Per gli imprenditori di “Tep”, c’è la necessità immediata di fare chiarezza su quanto sta accadendo e soprattutto verificare se “Agroenergie srl” abbia effettivamente la disponibilità delle aree. Ad oggi, i terreni sono nella disponibilità esclusiva del Comune, dopo l’esproprio che risale al 2012. “È con grande stupore che abbiamo dunque appreso (n.d.r. citando l’articolo pubblicato su questa testata) che la società “Agroenergie srl” avrebbe chiesto ed ottenuto da Terna una soluzione minima di connessione alla Rtn per un impianto fotovoltaico a terra da realizzarsi su questi stessi terreni e che la Regione Siciliana avrebbe deciso l’assoggettabilità di questa iniziativa alle procedure di Via e Vinca. Il punto 1A.5.1.3 (j) del Codice di Rete – scrive ancora Montesi – esige una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attestante la disponibilità del sito oggetto dell’installazione dell’impianto di produzione e prescrive che tale documento debba indicare almeno i presupposti della disponibilità in termini di proprietà o di eventuali diritti di utilizzo. Con la sentenza n.4538 del 28.10.2016 il Consiglio di Stato ha inoltre confermato che la disponibilità dell’area agricola su cui realizzare un impianto fotovoltaico va acquisita e dimostrata preliminarmente e non durante l’iter autorizzativo”.

Il manager ha inviato una missiva ufficiale alla Regione (dipartimenti ambiente e energia), a Terna e al Comune. Solleva pesanti dubbi sull’effettiva disponibilità delle aree da parte dell’azienda marchigiana e chiede di avviare un’indagine. “Non possiamo escludere che i terreni possano essere stati resi disponibili alla società Agroenergie Srl dai legittimi proprietari, compresi coloro che hanno accettato l’offerta di acquisto avanzata da “Tep Renewables”, ma escludiamo che il Comune di Gela abbia potuto favorire l’iniziativa della società “Agroenergie srl”, avendo espresso a “Tep Renewables” programmi diversi relativamente a questi terreni e financo un interesse pubblico al loro utilizzo – si legge nella comunicazione – nutriamo quindi fortissimi dubbi, confermati da quanto rilevato, che la società “Agroenergie srl” possa disporre e avere prodotto l’evidenza circa la disponibilità di questi terreni nella forma richiesta dalla legge per avviare una procedura autorizzativa. In considerazione di quanto sopra detto, chiediamo pertanto alle S.s.v.v. di aprire un’indagine che accerti la fondatezza di quanto asserito nell’articolo e informare l’autorità giudiziaria ove l’indisponibilità dei terreni in capo alla società “Agroenergie srl” dovesse essere confermata”. Dal suo insediamento a Palazzo di Città, il sindaco Lucio Greco ha preso in mano il dossier “Agroverde”, avviando una serie di interlocuzioni, anzitutto nel tentativo di evitare che Palazzo di Città debba accollarsi per intero i costi di espropri che non sono mai stati coperti. Quei terreni continuano ad attrarre tante attenzioni, ma tutti vogliono capire con quali carte si debba giocare. I sospetti non mancano.

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