Piantagione di marijuana a Spinasanta, Nunzio Giannone patteggia: assolti il padre e il fratello

 
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Gela. Ha patteggiato due anni di reclusione, dopo che i poliziotti del commissariato e quelli della mobile di Caltanissetta sequestrarono una maxi piantagione di marijuana, tra le campagne di contrada Spinasanta.


Il blitz dei poliziotti nella piantagione. Il verdetto è stato emesso nei confronti del trentacinquenne Nunzio Giannone. Difeso dall’avvocato Salvo Macrì, già in fase di indagine, ammise di essere lui l’ideatore dell’affare che, considerati anche i quaranta chili già essiccati sequestrati dai poliziotti, avrebbe potuto garantire un introito economico non inferiore ai due milioni di euro. In totale, oltre ai quaranta chili di marijuana già essiccati, gli agenti misero sotto sequestro l’intera piantagione, con almeno mille piante. Sono stati assolti, invece, gli altri due imputati, lo scorso anno finiti in manette.

Si tratta del trentenne Giuseppe Giannone, fratello di Nunzio, e del cinquantottenne Rosario Giannone, padre dei due. Come sostenuto dal legale Salvo Macrì, entrambi non erano a conoscenza della piantagione né delle intenzioni di Nunzio Giannone, che avrebbe scelto quei terreni a Spinasanta per coltivare le piante di marijuana. Una linea difensiva che è stata accolta dal gup Fiore, peraltro già riconosciuta anche dai giudici del riesame di Caltanissetta che avevano annullato le ordinanze nei loro confronti, rimettendoli in libertà. La difesa, così, non ha optato per riti alternativi, puntando proprio sull’estraneità ai fatti dei due.

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