Piazza Desnuda

 
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Sembra che in ognuno di noi, ultimamente, ci sia un piccolo e illuminato arredatore urbano che è in attesa di esser notato così da dar seguito al suo estro.

Si disquisisce con fervore da più parti della mancanza degli alberi, si scomoda il verso di Ungaretti “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” che fa da eco alla malinconia dei bei tempi andati.
I più nostalgici – affetti da saudade alberosa – acquistano piante e trasformano il proprio salotto in un giardino d’inverno e fanno la danza della pianta; i post moderni – all’avanguardia e impavidi- le disegnano sui muri in ossequio alla street-art, mogli stanche e preoccupate scrivono all’azienda degli sgrassatori per conoscere la formula chimica del detersivo che pulirà il muro imbrattato.
Ancora una volta insomma, come per il famoso muretto togli veduta (dalla macchina però!) del lungomare, la città è divisa: “alberi si, alberi no”, posto che la prima corrente di pensiero è stata scontentata in ogni caso.
E forse, come quella volta, farà presto a ricredersi e ad opera compiuta posterà e parlerà con orgoglio della sua piazza, come ha fatto in fondo con il nuovo lungomare dimenticando evidentemente che mancava poco che lo si perseguisse per crimini contro l’umanità.
Dato per assunto quindi che questa città – ridente sul mare e meravigliosa nonostante sembra ci abbiano cementificato l’aria – vive di contraddizioni e contraddittori continui, v’è da chiedersi – e la mia è solo una opzione – se i nostalgici, affetti dalla sindrome di Stoccolma si sentano spiazzati e attorcigliati dentro, all’idea che nessuno defecherà sul loro capo.
Esauritasi la diatriba su “alberi si, alberi no” un’altra è già pronta ad allietare le nostre giornate:” femmina nuda si o femmina nuda no?”
Solleviamoci immediatamente dalla fatica e analizziamo la cosa dalla prospettiva più all’avanguardia, ovviamente, manco a dirlo “per il bene della città” così come in fondo ci hanno abituato a fare.
Piazza Umberto I è da sempre scenario di duelli politici all’ultimo sangue (il sangue dei gelesi ovviamente!), è la più fedele delle amanti e amatrici: mai tradisce, ma un’amante tradita, vilipesa, sfruttata, per quanto perdoni -e certo quella piazza di cose ne ha sentite tante e perdonate a iosa -a un certo punto alzerà la testa e tuonerà e nella maggior parte dei casi, rimpicciolendo l’amato, vedendolo per ciò che è e stanca delle bugie, abbandonerà.
Supponiamo allora che una mattina di sole, la femmina nuda, stanca delle bugie ascoltate, sparisca.
Cosa metteremo al suo posto? Chi si è distinto tanto da prenderlo?
Salvatore Aldisio, uomo che certo si è distinto (e lo dico senza alcun sarcasmo velato) ha già trovato degna collocazione proprio lì dove la politica tesse la tela, in quel luogo in cui le frasi gridate a gran voce di fronte la femmina nuda, dovrebbero trovare posto traducendosi, udite, udite, in fatti.
Certo, questa città vanta eccellenze di non poco rilievo che dovrebbero per diritto divino trovare collocazione proprio lì dove le parole sono nettare degli dei e il popolo che dicono esser sovrano le ascolta ogni volta con la stessa speranza. Forza, non siate timidi, fuori i nomi.
Comincio io, azzardo.
Chissà che un giorno, destati dal sonno, con un cielo sereno, in una giornata estiva, passando per caso nel luogo incriminato, a placare gli animi in subbuglio sia ancora una volta lui, il rabdomante della legalità, quello che in fondo la statua la vuole eccome dal primo momento, da quando, a gran voce, proprio di fronte a quella statua nuda gridava” questo è il Rinascimento, questa è la città più bella del mondo” indietro non si torna” e addirittura “ io per voi sarò Saro”, e per ultimo ma non in ordine di importanza, con atteggiamento da samurai gridava ”l’Eni dovrà vedersela con me”
Chissà che la statua dell’uomo nudo perché scoperto non abbia anche i suoi piccoli adepti raffigurati accanto che lo guardano devoti e grati, ovviamente in un formato più piccolo, manco a dirlo.
O che, azzardo anche qui, la statua sarà in marmo pregiatissimo, dell’uomo che non sbianca adagiato sulla battigia del mare di Tusa.
Ps: Le iscrizioni sono aperte. Inviate i inomi dei vostri beniamini alla casella numero “uno, nessuno, centomila” di Via la femmina nuda da Piazza Umberto I.

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