Piazza divisa, anti-Zan contestati dai giovani “arcobaleno”: “Libertà di amare”

 
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Giovani "arcobaleno" hanno contestato il sit-in anti-Zan

Gela. I vertici regionali del Popolo della famiglia ed esponenti di comunità religiose hanno scelto piazza Umberto I per schierare la protesta, silenziosa, contro quello che considerano un provvedimento “liberticida”. Il ddl presentato dal deputato nazionale dem Alessandro Zan non è piaciuto al fronte pro-vita e pro-famiglia e men che meno ai vescovi. Si sentono imbavagliati da un provvedimento normativo a tutela della dignità di chi deve sopportare la gogna di genere, che li discrimina perché non eterosessuali. Il sit-in c’è stato e gli slogan sono stati quelli diffusi a livello nazionale, che partono dal presupposto di un provvedimento che negherebbe il diritto di libera espressione del pensiero. Così, cartelli in mano, con un bavaglio rosso sulla bocca, i partecipanti si sono sistemati nel cuore della piazza. In realtà, l’attuale ddl Zan trae spunto anche da proposte arrivate dal centrodestra nazionale, che è l’area di riferimento di gran parte del movimento che denuncia l’”attentato” alla libertà di pensiero. Probabilmente, non si attendevano invece che in piazza arrivasse un drappello di giovanissimi che al motto di “libertà di amare” hanno contestato il sit-in e più in generale le posizioni oltranziste del fronte pro-famiglia. Gli “arcobaleno”, a loro volta muniti di cartelli, con cori e in maniera assolutamente pacifica, hanno fatto intendere che anche in città ci sono voci contrarie. Inneggiando al rispetto dei diritti di tutte e tutti, hanno voluto interrompere il silenzio del sit-in. Hanno rilanciato il tema dei diritti, che è la rivendicazione fondamentale del movimento Lgbt, che da decenni attende una piena tutela.

Il ddl Zan, tra gli altri aspetti, equipara la discriminazione sessuale a quella razziale, introducendo un regime normativo più rigido, tentando di contrastare l’omofobia, in tutte le sue forme. I giovanissimi “arcobaleno” hanno portato in piazza temi, troppo spesso taciuti, soprattutto in città.

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