Picchiata dal marito finisce all’ospedale, rimane il mistero dei corpicini nascosti

 
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Gela. Corpicini di neonati dentro bocce di vetro e accatastati in una casa rurale alle porte del centro abitato. Un luogo non ancora identificato e che potrebbe rivelarsi solo il frutto della fantasia di una donna visibilmente alticcia. La macabra rivelazione, però, è costata il pestaggio ad una trentaduenne di nazionalità romena (C. B. le sue iniziali).

Dopo avere notato alcune bocce contenenti i corpicini privi di vita di bimbi, sarebbe stata allontanata dal podere e, una volta a casa, picchiata selvaggiamente dal marito incurante della presenza del loro figlio di appena dieci mesi. Sulla veridicità della notizia indagano i carabinieri del locale reparto territoriale. Gli inquirenti hanno interrogato i due coniugi che hanno ammesso di avere trascorso una serata in compagnia di amici in un agro a pochi chilometri dal centro abitato dove hanno bevuto vino rosso e alzato troppo il gomito.
Per la trentaduenne si è rivelato indispensabile sottoporsi alle cure mediche del presidio ospedaliero. La donna ha raccontato di essere stata picchiata dal marito perché accortasi dell’ancora presunto rinvenimento macabro. L’unica certezza, al momento, è che la donna ha ricevuto percosse. L’indice accusatorio è puntato contro il marito.
I segni della colluttazione sono stati evidenziati anche dal personale medico del Pronto soccorso del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”. Prima di essere dimessa i medici le hanno riscontrato escoriazioni in diverse parti del corpo e contusioni al volto.
Ai sanitari la malcapitata ha raccontato di essere scappata da una finestra della sua abitazione del rione Piano Notaro per sottrarsi dalla furia del proprio marito. Una volta in strada la malcapitata è riuscita a fermare un passante che a sua volta ha sollecitato l’intervento del personale del 118 e dei carabinieri del locale reparto territoriale.
La donna, anche a detta degli addetti del servizio 118, era visibilmente scossa e continuava a raccontare ciò che avrebbe visto. La stessa, però, non ha saputo fornire indicazioni utili sull’ubicazione esatta della casa rurale teatro della macabra scoperta e del festino organizzato con amici e il suo stesso coniuge.

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