Più opposizione che maggioranza, con l’addio di Forza Italia pro-Greco in inferiorità

 
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Il sindaco Greco e il parlamentare regionale FI Michele Mancuso

Gela. L’uscita dei forzisti dalla maggioranza del sindaco Lucio Greco era diventata ormai più di un’eventualità. Gli azzurri, come hanno spiegato nelle scorse ore in conferenza stampa, si sentivano quasi come un corpo estraneo nell’alleanza dell’avvocato. La separazione si è concretizzata e con le dimissioni dell’assessore FI Nadia Gnoffo, che lascia i servizi sociali, salgono a tre le caselle vuote in giunta (c’erano già quelle dell’assessorato al bilancio e dell’ambiente). Il sindaco Lucio Greco, probabilmente, qualche valutazione inizierà a farla a breve, mentre in serata ha incontrato gli alleati ma solo per affrontare nuovamente il capitolo degli atti finanziari, che al momento pare preoccuparlo di più rispetto all’andamento politico. I numeri, però, iniziano a fare da monito. Con l’addio forzista, l’opposizione fa segnare quattordici esponenti (con l’unica incertezza sulla presenza del consigliere Giuseppe Caruso di FdI che per ragioni lavorative fino ad ora non ha garantito un contributo), chiaramente ognuno con proprie peculiarità politiche. Gli azzurri sono sembrati non attratti dall’ipotesi di una sfiducia sostenuta da altri gruppi di centrodestra e dal Pd, ma che ha fatto segnare la presa di distanza dei grillini, di “Rinnova” e dell’indipendente Paola Giudice. Un rallentamento che ha sicuramente inciso sui rapporti nel fronte di opposizione. La grillina Virginia Farruggia, Giudice e l’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia, seppur distanti dall’amministrazione comunale, non sembrano per nulla intenzionate a portare avanti una mozione di sfiducia, sancita da quelle che ritengono ambiguità politiche del centrodestra e del Pd. I forzisti all’opposizione ne potrebbero approfittare per iniziare a mettere la basi di un rinnovato dialogo con gli altri gruppi della stessa area, su tutti Lega e FdI. Di fatto, in città, potrebbe ricrearsi lo schieramento che governa a Palermo e a Roma, con vista sulle prossime amministrative. Dall’inizio della sua sindacatura, l’avvocato Greco ha dovuto prendere nota di diversi capovolgimenti di fronte e sono quattro i consiglieri della sua iniziale coalizione passati allo schieramento che non lo sostiene.

In maggioranza, invece, i numeri dicono dieci. Sono i consiglieri che stanno con l’amministrazione comunale. Quei banchi sono occupati dagli esponenti di “Un’Altra Gela”, dell’Mpa, di “Una Buona Idea”, dal centrista Salvatore Incardona (che potrebbe a breve rientrare nell’Udc), dalla Nuova Dc e dall’indipendente Luigi Di Dio. Chiaramente, fa parte dello scacchiere di maggioranza il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito, seppur la sua funzione istituzionale lo porta a dover stare super partes. Senza nuovi innesti e con un’opposizione rigida, Greco potrebbe comunque avere la certezza del voto sugli atti in seconda convocazione. I numeri sono risicati. Pd e Forza Italia, che tre anni fa decisero di tentare l’avventura “arcobaleno”, hanno scelto altre strade e il sindaco si trova all’opposizione partiti di governo, regionale e nazionale, come Lega e FdI. I grillini, a loro volta, non stanno con lui. L’avvocato, in questi mesi, ha stretto con l’area politica che si rifà al presidente della Regione Renato Schifani, sempre nel centrodestra. Ha più volte perorato la causa di una maggiore caratterizzazione della sua amministrazione, sotto le insegne del centrodestra. Oggi, stando così le cose, può contare sui civici, sugli autonomisti e su pezzi dell’area di centro. Sarà un fine anno sicuramente cruciale per le sorti dell’amministrazione e molto dipenderà dalle scelte “per la città” che verranno fatte da gruppi d’opposizione, magari più propensi a votare atti strategici.

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