Più rifiuti a Timpazzo e Cozzo Vuturo, Gallo(Cisl): “Regione gioca ai quattro cantoni”

 
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Il sito ennese di Cozzo Vuturo

Caltanissetta. “La Regione Sicilia pensa di risolvere l’emergenza rifiuti giocando ai 4 cantoni”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Emanuele Gallo commentando la decisione di stoccare i rifiuti catanesi nel sito di Cozzo Vuturo. “Siamo ormai di fronte ad una prassi consolidata. Dopo Timpazzo, a Gela, tocca adesso al territorio di Enna, senza curarsi dei problemi sanitari e dei rischi di una difficile convivenza civile. Non si può continuare a gestire il problema dei rifiuti addossandolo sulle spalle di pazienti cittadini ormai al limite dell’esasperazione”, aggiunge. “Per addolcire l’amara medicina dell’utilizzo solidale delle discariche – prosegue Gallo – sento parlare di sconti a carico dei contribuenti. In questi anni non li ho affatto visti. Ho invece registrato il costante aumento delle tariffe nelle quali vengono stipati costi di saturazione, trasporto e smaltimento, con buona pace della differenziata virtuosamente cresciuta in vari Comuni. Il mio fondato timore è che purtroppo la Tari continuerà a crescere perché deve proprio spesare questo modo irrazionale di gestire il ciclo di smaltimento dei rifiuti”. Per il sindacalista, i costi continuano ad aumentare, rappresentando un aggravio enorme. “E proprio sul tema dei costi bisognerà interrogarsi perché le scelte del governo regionale, tutt’altro che provvisorie, comporteranno nuovi esborsi e altri aggravi indiretti sulla viabilità delle aree interne della Sicilia centro-occidentale che notoriamente versano in uno stato pietoso”.

Per Emanuele Gallo, bisogna cambiare il modello di gestione del ciclo dei rifiuti. “Continuare così non si può più. Le decisioni della Regione rischiano di non essere più sostenibili come dimostrano le proteste di Catania. Ogni occasione è buona per ribadire che siamo fuori da ogni schema europeo. L’Italia è già stata condannata per la deficitaria vigilanza sulle discariche. Malgrado ci sia tempo fino al 2035 – conclude – anno dal quale solo il 10 per cento dei rifiuti potrà essere conferito in discarica, la Sicilia si caratterizza per assenza di azioni o per la mancata adozione di specifici provvedimenti in materia. Non sembra inoltre interessare il riciclo dei rifiuti solidi urbani che, se portato al 90 per cento, avvierebbe efficaci forme di economia circolare sviluppando lavoro e reddito aggiuntivo. Si continua piuttosto a tamponare la situazione con soluzioni estemporanee che vanificano i buoni risultati della raccolta differenziata facendo crescere i rischi ambientali alimentati dalla saturazione degli impianti. Siamo in una fase difficile che non ammette logiche politiche, tentennamenti, superficialità. L’unica arma che abbiamo, per tutelare la salubrità dei territori di quanti li abitano, risiede nella progettualità. Bisogna uscire dall’usurata logica delle vetuste discariche. In molti paesi la gestione della spazzatura è voce economica attiva che produce ricchezza e occupazione. I fondi europei continuano a essere disponibili. Vanno sfruttati per riconvertire il processo di gestione dei rifiuti in economia circolare. Sollecitiamo scelte finalmente rapide e definitive, per non condannare alla perenne emergenza i cittadini virtuosi delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna”.

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