Pochi “eletti” approvano i debiti fuori bilancio: “Somme enormi per cause da qualche centinaia di euro”

 
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Gela. In due sedute sono passati oltre quaranta debiti fuori bilancio. Responsabilità dei dirigenti? Da quelli di poche centinaia di euro a quelli pesanti, anche oltre i cinquantamila euro. I consiglieri comunali, perlomeno quei pochi rimasti in aula, hanno però scelto di chiedere chiarimenti. Lo hanno fatto rivolgendosi soprattutto al segretario generale Pietro Amorosia. Le ombre principali riguardano non solo i fin troppo famosi espropri e le mancate azioni di rivalsa nei confronti delle cooperative e delle associazioni di comprensorio che in passato hanno edificato intere aree della città ma, soprattutto, le spese legali accumulate per sostenere cause contro i propri dipendenti. Straordinari o indennità non concesse, mansioni superiori e tanto altro. Morale della favola, contenziosi da alcune migliaia di euro si trasformano, fra spese legali e interessi, in debiti fuori che superano anche i 50 mila euro. E’ stato l’indipendente Carmelo Casano a proporre un atto d’indirizzo volto ad avviare verifiche su quei dirigenti comunali che, prima, hanno detto no alle richieste dei dipendenti e, alla fine, sono diventati autori dei provvedimenti che riconoscono cifre ben superiori. Un corto circuito che non ha convinto il consigliere. “Bisogna avviare verifiche – ha spiegato – non sono accettabili pratiche di questo tipo. Lo stesso dirigente prima dice no alle richieste dei dipendenti dell’ente e, poi, riconosce somme maggiorate quando la vertenza poteva tranquillamente chiudersi con una semplice mediazione, evitando spese legali e interessi”.

Gli espropri “d’oro”. Una richiesta analoga, poco prima, era arrivata dall’esponente del Polo Civico Guido Siragusa che, rivolgendosi sempre al segretario generale, ha chiesto cifre dettagliate soprattutto sui costi per spese legali affrontate dal Comune e sulle mancate rivalse successive agli espropri. Richieste che sono state sostenute da tutti i consiglieri presenti in aula, a cominciare dai grillini Vincenzo Giudice e Virginia Farruggia.

Il dipendente si rivolgerà alla Corte dei conti. Durante la seduta, l’aula ha detto sì anche ad un debito fuori bilancio da poco più di quattromila euro in favore del dipendente Saverio Di Blasi, risultato vincitore di una causa davanti al giudice del lavoro. Di Blasi, esponente dell’associazione Aria Nuova, ha già preannunciato di volersi rivolgere alla Corte dei conti. Prima di avviare il contenzioso giudiziario, aveva più volte comunicato agli uffici del municipio e all’allora amministrazione comunale che il trasferimento subito non era conforme alla normativa. L’ente, però, scelse ugualmente di costituirsi in giudizio, con tanto di spese legali da pagare. L’esiguo numero di consiglieri presenti in aula, alla fine, non ha consentito di mantenere il numero legale. Si procederà a nuova convocazione.

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