Poco lavoro e tante difficoltà: Petralia, “chi ha lasciato le cosche va trattato come gli altri”

 
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Gela. “La crisi economica sta colpendo tante fasce della popolazione di questa città. Ci sono i disoccupati, gli operai dell’indotto, molti impiegati. Nonostante ciò, credo che chi abbia scelto di vivere onestamente, abbandonando le cosche, meriti di essere trattato come gli altri”. “Meritano di essere trattati come gli altri”. Don Luigi Petralia, parroco della chiesa di Santa Lucia, si rivolge soprattutto all’amministrazione comunale. “Fino ad oggi – spiega – non ho avuto modo d’incontrare il nuovo sindaco Domenico Messinese. Davanti alle richieste che negli ultimi giorni sono state avanzate da un gruppo di ex detenuti, però, non posso che invitare tutti a dare una possibilità quando viene chiesta. Chi ha deciso di vivere diversamente, abbandonando le cosche o la vita fatta di reati, non deve essere trattato differentemente da altri ma, perlomeno, merita le stesse possibilità”. Un invito che don Petralia rivolge non solo all’amministrazione comunale.

“Chi sbaglia di nuovo…non avrà altre possibilità”.  “So bene – spiega – che molti imprenditori, davanti ai precedenti penali di chi chiede loro lavoro, fanno un passo indietro per non mettere in difficoltà il proprio gruppo aziendale. Magari, però, studiando soluzioni di reintegro degli ex detenuti anche questi ostacoli potrebbero essere superati. Ovviamente, chi dovesse nuovamente incorrere in reati o in violazioni della legge, non dovrà più avere nessun’altra opportunità”. A Santa Lucia, soprattutto negli ultimi mesi, sono aumentate le richieste d’aiuto che arrivano non solo dagli ex detenuti ma da interi nuclei familiari. “Purtroppo – conclude il parroco – possiamo fare veramente poco. Noi stessi, spesso, abbiamo difficoltà a coprire il costo delle bollette. Quando possiamo, diamo un aiuto a chi arriva alla nostra porta”.

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