“Polis”, le condanne agli Attardi e l’assoluzione di La Rosa: depositate le motivazioni

 
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Gela. A novembre dello scorso anno, i giudici del collegio penale del tribunale di Gela hanno pronunciato quattro condanne, nei confronti di imputati, coinvolti nell’inchiesta “Polis”. I magistrati hanno depositato le motivazioni e le difese inizieranno a valutare la strategia, per i ricorsi in appello. Quattro anni di reclusione, ciascuno, sono stati decisi per i gelesi Giuseppe Attardi e Carlo Attardi, padre e figlio. Secondo i giudici, avrebbero chiesto e ottenuto il supporto elettorale di ambienti vicini alla criminalità organizzata, attraverso il ruolo di Giancarlo Giugno. L’intera inchiesta si concentrò sulle elezioni amministrative, che diedero la vittoria, a Niscemi, all’allora sindaco Francesco La Rosa (assolto dalle accuse che gli venivano mosse). Secondo i pm della Dda di Caltanissetta, anche l’exploit elettorale dell’ingegnere Carlo Attardi, candidato nelle liste di La Rosa, sarebbe stato il frutto di un’intesa con esponenti della criminalità organizzata. Il giovane gelese risultò, in assoluto, il più suffragato tra i candidati all’assise civica, nonostante fosse alla sua prima esperienza di politica attiva, a Niscemi. Venne poi nominato assessore. Due anni e otto mesi, invece, sono stati decisi per Giuseppe Mangione e Salvatore Mangione, secondo gli inquirenti molto vicini agli Attardi, anche perchè, in quel periodo, Carlo Attardi e una loro familiare erano legati sentimentalmente. Il collegio ha riconosciuto le attenuanti generiche ai Mangione. Entrambi i gelesi, assistiti dall’avvocato Flavio Sinatra, hanno fermamente respinto le contestazioni, sostenendo di non aver mai chiesto appoggi elettorali né di aver conosciuto il boss Giugno. Si sarebbero sempre tenuti lontani da qualsiasi contatto. Secondo le accuse, avrebbero sfruttato il loro ruolo in un’azienda, che ha alle dipendenze decine di operai niscemesi.  Nei loro confronti, in primo grado, la richiesta di condanna era a sei anni di detenzione. L’assoluzione, oltre che per l’ex sindaco Francesco La Rosa, prosciolto con la formula “per non aver commesso il fatto”, è stata disposta per le posizioni di Francesco Alesci e Francesco Spatola.

I giudici, al termine del procedimento di primo grado, hanno riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore del Comune di Niscemi, costituito parte civile, con il legale Massimo Caristia. In altri filoni processuali, scaturiti dall’indagine “Polis”, condanne sono state emesse per Giugno e per Salvatore Ficarra. Tra i difensori degli imputati, ci sono gli avvocati Gino Ioppolo, Giuseppe D’Alessandro, Giuseppe Strano Tagliareni, Rocco Di Dio e Claudio Bellanti.

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