Porto franco per rilanciare l’economia, “ignorate 35mila navi ogni anno”

 
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Gela. Istituire una free zone per attrarre il traffico navale a largo del golfo di Gela, garantendo agevolazioni speciali alle imprese. Lo sviluppo economico della città per Marco Fasulo, coordinatore dell’associazione Interporto passa dal mare.

“Bisogna istituire le free trade zone – spiega Fasulo – in linea con le tendenze del mercato globale, garantendo esenzioni fiscali, riduzione sui dazi della esportazione e sgravi contributivi alle imprese. Muoverci sulla scia del porto franco di Trieste, istituito nel 1947 col trattato di Pace e quelli più recenti avviati in Cina, Golfo Persico e Africa, consentirebbe di attrarre un mercato florido e in continua evoluzione. Non esiste crescita senza investimenti.

A Gela bisogna creare una free zone trade – prosegue Fasulo – per realizzare le condizioni ideali ad attrarre investimenti di capitali esteri e creare nuovi posti di lavoro. A poche miglia da Gela, annualmente transitano in rotta circa 35mila navi e di queste neanche una approda nello scalo gelese per la mancanza di un vero porto. Quelle unità navali potrebbero portare un traffico economico di miliardi di euro, somme che indubbiamente sarebbero da volano anche per la realizzazione di infrastrutture portuali e non solo. La nostra classe politica non può continuare a ignorare ogni forma di reale sviluppo”. 

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