Porto rifugio, ancora Arpa-Ispra sulle sabbie: “Ritardi nel passaggio all’Autorità”

 
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Gela. L’infinito iter dei lavori al porto rifugio, mai avviati, è ancora oggetto di interlocuzioni, questa volta ufficiali, tra Arpa e Ispra. L’agenzia regionale ha trasmesso i verbali delle ulteriori caratterizzazioni delle sabbie e Ispra, a livello ministeriale, dovrà dare riscontro, anzitutto per capire quali siano i quantitativi di sabbie da trasferire in discarica e quanti, invece, da sottoporre a ripascimento, visto che il sito portuale rientra in area Sin. Il sindaco Lucio Greco ha preso parte all’incontro, in videocollegamento, con la prefettura di Caltanissetta, che sta monitorando l’iter. Hanno preso parte anche referenti di Arpa, Ispra, Capitaneria di porto, Regione e la Protezione civile. C’erano gli esponenti del comitato pro-porto. Oltre ad attendere l’ennesimo esito del carteggio tra Arpa e Ispra, sulle sabbie dei fondali, il sindaco vuole cercare di capire le ragioni che non stanno permettendo di definire la convenzione per il passaggio delle strutture portuali locali sotto la gestione dell’Autorità della Sicilia Occidentale, che dovrà entrare nella piena gestione del sistema locale.

“Il porto rifugio è passato sotto la competenza dell’Autorità della Sicilia Occidentale, nelle prossime riunioni dovrà essere convocata anche quest’ultima, insieme all’assessorato regionale al territorio e all’ambiente. Fondamentale, infatti, in questa fase, è capire pure le ragioni del ritardo della convenzione tra questi due enti, convenzione finalizzata all’affidamento della competenza di tutta l’area portuale, sia del porto isola che del porto rifugio. Anche quest’ambizioso progetto rientra tra quelli che, come amministrazione, stiamo seguendo con estrema attenzione e puntualità. Abbiamo trovato numerosi intoppi lungo la via, ma non ci siamo dati per vinti. Il porto rifugio – spiega il sindaco – è un tassello fondamentale e rientra nella vision futura che abbiamo della nostra città. I cittadini sappiano che non ci fermeremo fin quando non vedremo i lavori iniziare e finire”.

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