Positivo ma con due tumori alla testa, quarantena come una “condanna a morte”

 
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Nella foto: Massimo Casciana.

Gela. “Sono in quarantena perché positivo al covid-19 ma rischio di morire in casa per l’impossibilità di essere operato ai due tumori che mi hanno riscontrato nella testa”.

A parlare è Massimo Casciana, 51 anni, soccorritore volontario della sezione locale della Croce Rossa Italiana, diretta da Anita Lopiano. Positivo, asintomatico ma con due tumori alla testa. Gli ospedali gli negano il ricovero perché contagiato da covid-19. La soluzione della sanità pubblica è la quarantena che, in questa circostanza, ha il sapore di una condanna a morte. Non può nemmeno raggiungere l’istituto neurologico “Carlo Besta” di Milano dove lo scorso 21 ottobre si sarebbe dovuto sottoporre ad una biopsia propedeutica al delicato intervento chirurgico tanto agognato da Massimo Casciana.

“Mi hanno bloccato perché al Besta di Milano non possono procedere con il ricovero perché sono risultato positivo. Io sono asintomatico – spiega – mi preoccupa più l’intervento alla testa e l’avanzata dei tumori. L’attesa si traduce in attacchi di epilessia e fitte che non mi consentono di vivere”

Il calvario di Massimo Casciana è iniziato il 30 agosto, giorno del primo ricovero ospedaliero. Successivamente i sanitari del “Garibaldi” di Catania hanno confermato i due tumori e avviato quei viaggi della speranza noti a molti (troppi) malati oncologici gelesi, costretti a recarsi verso le strutture più qualificate del nord Italia. “Sono stato ricoverato sia al Vittorio Emanuele che al Garibaldi di Catania e, successivamente al Besta di Milano dove hanno confermato i due tumori alla testa. La tac dell’ospedale di via Palazzi era di scarsa qualità”.

Le risposte della sanità, non solo quella del territorio, fanno rabbrividire e non lasciano molte speranze al volontario della Croce rossa, sempre impegnato in prima linea per gli altri e noto in città per le sue infinite passioni che spaziano dal mondo del volontariato all’animazione in spettacoli musicali. “Nessuno mi ricovera e non posso uscire di casa – racconta in lacrime – Mi chiedo perché non vogliono sottopormi ad intervento chirurgico ricorrendo ai dispositivi anti-covid previsti dai protocolli sanitari. Non posso are altro che consegnarmi alla volontà di Dio”.

E’ iniziato un nuovo conto alla rovescia per Casciana. Il termine ultimo è per venerdì 6 novembre, giorno in cui verrà sottoposto al terzo tampone. Solo l’esito negativo potrà dare nuove speranze al volontario soccorritore della Croce Rossa Italiana. “Spero di non finire in coma prima di conoscere l’esito del prossimo tampone – conclude Casciana – Forse solo in quello stato potrò varcare la porta di accesso di un ospedale”.

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