Posto conteso in consiglio, parte giudizio al Cga: memoria alla Corte Costituzionale

 
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In ballo c'è il seggio attribuito a Morselli che è consigliere di "Un'Altra Gela"

Gela. La lunga querelle per il posto conteso all’assise civica, mercoledì arriva davanti ai giudici del Cga di Palermo, dopo l’appello avanzato dall’esponente di Fratelli d’Italia Sara Cavallo. Lo scorso anno, il Tar aveva stoppato le richieste dell’ex consigliere, coinvolgendo la Corte costituzionale in merito alla legittimità dell’interpretazione autentica della legge elettorale regionale. Per il legale di Cavallo, l’avvocato Stefano Polizotto, il seggio va attribuito alla prima dei non eletti della lista “Avanti Gela”, perché la disciplina regionale prevede quattordici seggi e non quindici alla coalizione vincitrice, in questo caso quella del sindaco Lucio Greco. Tesi contestata dai legali dell’esponente di “Un’Altra Gela” Romina Morselli, gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia. Sono stati loro a sollevare i tanti dubbi normativi sull’interpretazione autentica della legge elettorale regionale, approvata dall’Ars. “Il Tar ha rilevato che la norma “appare del tutto irrazionale” perchè adottata “in assenza dei presupposti per un intervento chiarificatore” – si legge in una nota dei legali di Morselli – e si pone “in contrasto con il principio di ragionevolezza enucleabile dall’art. 3 comma 2 della Costituzione”. Il Tar ha, inoltre, evidenziato come la norma viola l’articolo 24 della Costituzione, perchè “è destinata ad incidere a vantaggio di una delle due parti del giudizio pendente” e si pone, altresì, in contrasto con “il principio del giusto processo”.

Negli scorsi giorni, sulla Gazzetta ufficiale, è stata pubblicata l’ordinanza del Tar Palermo che rinvia la questione di legittimità alla Corte Costituzionale e il consigliere Morselli ha formalizzato la costituzione anche in questo procedimento, così come nel giudizio davanti al Cga. Attraverso gli avvocati Rubino e Impiduglia, ha depositato memoria alla Corte Costituzionale, chiedendo che venga dichiarata l’illegittimità dell’interpretazione autentica, che in questo modo confermerebbe il suo posto all’assise civica.

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