Precipitò dal tetto di un capannone a Brucazzi, morto l’operaio Giuseppe Fecondo: rinviato a giudizio il titolare dell’azienda

 
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Gela. Il dibattimento si aprirà il prossimo gennaio. Intanto, il giudice dell’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio del titolare dell’azienda per conto della quale lavorava

l’operaio sessantaquattrenne Giuseppe Fecondo, morto nel luglio di due anni fa, dopo essere precipitato dal tetto di un capannone nella zona industriale di contrada Brucazzi.

La morte di Fecondo. L’operaio stava effettuando una serie di lavori per conto della società Cimet, almeno in base a quanto accertato dai carabinieri e dai magistrati della procura. Era prevista l’installazione di pannelli fotovoltaici. Il gup del tribunale ha disposto il rinvio a giudizio per Davide Catalano, risultato essere l’allora amministratore dell’azienda. L’accusa mossa dai magistrati della procura è di omicidio colposo. Il titolare e l’azienda sono rappresentati dagli avvocati Fabrizio Ferrara e Francesco Giocolano. Fecondo venne trasferito d’urgenza all’ospedale Vittorio Emanuele ma morì nel nosocomio di Caposoprano. La moglie e le figlie, fin dall’avvio dell’indagine, hanno seguito il procedimento e si sono costituite parti civili con i legali Rosario Giordano e Cristina Guarneri.

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