Presenze sospette nel cda: Revocati finanziamenti a gruppo imprenditoriale

 
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Campofranco. Una lunga serie d’informative antimafia interdittive, firmate dai funzionari della prefettura di Caltanissetta, è costata cara ai vertici del gruppo Sud Gessi, che gestiscono uno stabilimento per la produzione d’inerti e gesso in contrada Barone Balate Cuba.

All’azienda, infatti, sono stati revocati finanziamenti pubblici per oltre due milioni di euro. I tecnici del distretto minerario di Caltanissetta, inoltre, hanno bloccato l’autorizzazione, rilasciata sedici anni fa, per la gestione della cava di contrada Barone Balate.
Un duro colpo che, nelle ultime ore, è stato confermato anche dai giudici del tribunale amministrativo di Palermo. Proprio ai magistrati palermitani si erano rivolti i responsabili della società insieme al presidente del consiglio d’amministrazione Luigi Cellura.
L’obiettivo di investigatori e funzionari della prefettura, da anni, si era focalizzato intorno alla presenza, nell’azionariato del gruppo, di un pregiudicato, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, e di suo fratello.
Presenze ingombranti che avrebbero fatto scattare i primi provvedimenti interdittivi. I giudici del tar non hanno accolto la linea sostenuta dai legali della Sud Gessi. Stando alla difesa, infatti, l’intero nucleo familiare “sospetto” non farebbe più parte, da tempo, del nucleo della società.
Ma gli accertamenti effettuati dalle forze dell’ordine avrebbero individuato collegamenti rimasti tali anche dopo l’ufficiale allontanamento. Dalle ricerche svolte, è risultata la presenza dello stesso nucleo familiare nel consiglio d’amministrazione di un’altra azienda, l’Euro Coin 98, ritenuta legata alla Sud Gessi.
Le informative firmate dal prefetto di Caltanissetta avevano contribuito allo stop di due finanziamenti. Il primo, concesso dall’assessorato regionale all’energia, per un totale di quasi due milioni di euro, destinato alla realizzazione di un impianto fotovoltaico; il secondo, invece, rilasciato dai tecnici del ministero dello sviluppo economico, per circa cinquecentomila euro, legato proprio allo sviluppo dell’attività estrattiva.
Soldi, però, che dovrebbero essere restituiti: una parte, infatti, era già stata destinata alle casse della Sud Gessi. Decisioni comunicate ai vertici dell’azienda tra febbraio e luglio dello scorso anno.
La concessione per l’uso della cava, invece, è stata revocata a marzo dello stesso anno.

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