Presidi dalle prime ore del mattino, continua la protesta degli operai Eurotec: l’indotto è fermo, si rischia la guerra tra poveri?

 
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Gela. Prosegue la protesta dei lavoratori Eurotec.


Continua lo sciopero. Anche questa mattina, fin dalle prime luci dell’alba, gli operai si sono radunati davanti ai tornelli della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Niente ingresso in stabilimento per i lavoratori delle aziende dell’indotto. È il quinto giorno di protesta, ma la tensione potrebbe salire. Gli operai Eurotec protestano contro i ventisei licenziamenti previsti nel piano di ristrutturazione aziendale definito dai vertici societari e dal professionista scelto per seguire la fase di concordato preventivo. Chiedono, inoltre, le mensilità arretrate. I lavoratori in sciopero trascorrono anche la notte nei pressi dei tornelli, alcuni di loro hanno dormito nelle automobili. “Noi continuiamo la protesta”, dicono sempre davanti all’ingresso della fabbrica. Mentre loro protestano, in attesa che la vicenda possa sbloccarsi, i dipendenti delle altre aziende, in una fase comunque molto delicata, temono ripercussioni. “Siamo vicini ai colleghi dell’Eurotec – dicono – ma i responsabili delle nostre aziende già chiedono conto e ragione della nostra assenza in fabbrica. In questo modo, anche noi andiamo incontro a difficoltà. Ci sono colleghi con contratti che vengono rinnovati mese dopo mese e senza poter lavorare tutto diventa difficile”. Come accaduto più volte, nell’indotto Eni va in scena la più classica versione della guerra tra poveri.

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