Pressioni e una tentata estorsione per i soldi del paliantino, l’Ato Cl2 sarà parte civile

 
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Gela. Pressioni per ottenere i pagamenti dopo lo svolgimento del tradizionale paliantino a mare. Pressioni anche sul commissario liquidatore dell’Ato? A processo sono finiti Emanuele Palazzo, ritenuto tra i reggenti della nuova stidda e attualmente detenuto sotto regime di 41 bis, e il titolare di uno dei lidi sul lungomare Federico II di Svevia. Il primo, difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone, risponde di tentata estorsione; il secondo, rappresentato dall’avvocato Antonio Gagliano, di truffa. Al centro degli approfondimenti investigativi, i festeggiamenti per la patrona della città risalenti a cinque anni fa. Palazzo, in base alle accuse, avrebbe cercato di ottenere compensi per l’organizzazione della tradizionale gara in mare anche per il tramite di pressioni rivolte al commissario liquidatore dell’Ato Cl2 Giuseppe Panebianco. Nel corso delle indagini, però, sarebbe emersa anche la presenza di fatture anomale, rilasciate dal titolare del lido balneare, entrato a sua volta nell’organizzazione del paliantino. Intanto, proprio il legale dell’Ato Cl2 in liquidazione, l’avvocato Valentina Lo Porto, ha già preannunciato la costituzione di parte civile dell’ente che sarebbe stato danneggiato dall’intera vicenda. Tra le persone offese, ci sono lo stesso commissario liquidatore Giuseppe Panebianco e l’ente comunale che, allo stato attuale, non hanno preannunciato alcuna costituzione.   

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