Prezzi “gonfiati” dopo l’esproprio di un terreno, rinviati a giudizio il sindaco di Butera e due tecnici

 
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Immagini di repertorio

Gela. Abuso d’ufficio e truffa. Sono queste le accuse alle quali dovranno rispondere, in dibattimento davanti ai giudici del collegio penale del tribunale di Gela, il sindaco di Butera, due tecnici dell’ente e tre proprietari di un terreno espropriato negli scorsi anni.

L’esproprio per un cantiere pubblico. Il giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore, infatti, ha deciso di rinviare a giudizio il primo cittadino Luigi Casisi, i tecnici Sergio Pecoraro e Rosa Palmeri, oltre ai tre proprietari del terreno al centro dell’indagine. E’ venuta meno, invece, l’ipotesi di falso in atto pubblico. La vicenda giudiziaria ruota intorno all’esproprio di un’area, di proprietà della famiglia Felici, servita successivamente alla costruzione di alcune vasche per la raccolta acque, collegate ad un sistema di depurazione pubblico. L’ente comunale e i proprietari pattuirono, alla fine, un ammontare di poco inferiore agli ottantamila euro per chiudere la transazione avviata e coprire le indennità dell’esproprio. Per i magistrati della procura, che avviarono le indagini in base ad una denuncia presentata proprio da uno dei tecnici finiti adesso a processo, l’ammontare finale della transazione sarebbe stato gonfiato rispetto al reale valore del terreno occupato, necessario all’avvio del cantiere pubblico. Accuse, però, respinte dagli indagati e dai loro difensori. Gli avvocati Antonio Gagliano, Rita Calò, Rocco La Placa e Maria Gimbra, hanno ribadito che la procedura di legge sarebbe stata rispettata, senza alcun vantaggio garantito agli ex proprietari dell’area espropriata. Dopo la decisione emessa dal gup, gli imputati dovranno presentarsi a giudizio il prossimo 12 marzo.  

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