Prima il furto poi la ricettazione, ecco chi gestiva la banda criminale

 
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Da sinistra: Giacomo Di Noto, Dario Gagliano, Carmelo Martines, Michael Smecca.

Gela. Una vicenda che il procuratore Fernando Asaro ha definito  “medievale”. I cinque arrestati per il furto alla “Gioielleria Rachele” di corso Vittorio Emanuele sono stati scoperti ed arrestati.

Manette per Michael Smecca, 23 anni, Carmelo Martines, 23 anni, e Giacomo Di Noto, 38 anni. Arresti domiciliari per Angelo Lombardo, 21 anni e Dario Gagliano di 30, entrambi accusati di ricettazione per aver ricevuto la refurtiva.

Il furto, perpetrato con una mazza all’alba dell’11 marzo, in piena emergenza covid-19, fruttò 77 mila euro tra orologi e gioielli custoditi nelle vetrina e nel bancone del negozio.

Le telecamere di videosorveglianza ripresero l’azione dei malviventi che con una mazza riuscirono a mandare in frantumi la vetrina della gioielleria del salotto della città, prima di allontanarsi indisturbati. I cinque devono rispondere anche dei reati di ricettazione ed estorsione, collegati allo stesso evento delittuoso. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Gela, su richiesta della Procura retta da Fernando Asaro ed eseguita dal commissariato di polizia.

In particolare, nel corso della conferenza stampa, è emerso che un familiare dei titolari della gioielleria avrebbe contattato Di Noto, che dietro il pagamento di una somma di denaro (circa 7000 euro) e il dono di un orologio, sarebbero stati restituiti circa 10 mila euro di merce. Parte della refurtiva è stata trovata nell’abitazione di Smecca. Determinanti oltre le immagini di videosorveglianza anche le intercettazioni ambientali e telefoniche tra gli indagati.

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