Processo Tetragona, parla Luigi Celona: “Ammazzavo cristiani per Emmanuello”

 
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Gela. Quattordici anni trascorsi tra i ranghi criminali del gruppo di cosa nostra capeggiato dai fratelli Emmanuello: Luigi Celona, però, ormai da diverso tempo, ha scelto di collaborare con la giustizia.

Secca la sua risposta nel ricordare, davanti alla domanda giunta dal pubblico ministero Elena Caruso nel corso di una delle udienze del processo Tetragona, il suo ruolo nella cosca.
“Mazzava cristiani!”: così ha esordito il collaboratore di giustizia durante la deposizione in video conferenza.
“Vivevo ogni giorno – ha continuato – insieme ai fratelli Emmanuello. Alla fine, però, ho scelto di cambiare vita. Ricordo benissimo che mi diedi alla latitanza subito dopo la strage della sala giochi”.

Celona, inoltre, ha ricordato le ragioni della sua decisione. “Ho deciso di collaborare – ha aggiunto – perché non ce la facevo più. Non volevo perdere la mia famiglia”.
Rispondendo alle domande del pm, l’ex colonnello del gruppo degli Emmanuello ha descritto le rotte della droga tracciate dalla famiglia per farla arrivare in città.
“La droga – ha ammesso – giungeva da diverse zone. Soprattutto, comunque, dalla Lombardia e dalla Liguria. La facevamo viaggiare con i corrieri, con il treno o gli autobus. La domanda era enorme, quindi anche l’offerta doveva essere dello stesso tipo”. 

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