Proroga Via bloccata e “Tes” licenzia, protesta operai: “Senza lavoro e senza cassa integrazione”

 
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I lavoratori Tes hanno avviato la protesta

Gela. Molti di loro sono edili di lungo corso, impegnati nell’indotto di raffineria ormai da anni. Sono circa tredici gli operai dell’azienda locale “Tes”, che già negli scorsi giorni (come anticipato) hanno ricevuto i provvedimenti di licenziamento. L’azienda non vede prospettive a breve termine per il rilancio nel sito locale e ha deciso di tagliare il personale. Da questa mattina, gli operai hanno avviato una protesta, con un sit-in davanti all’ingresso principale della raffineria Eni. “Almeno si attivi la cassa integrazione”, dicono davanti ai tornelli. Il personale dell’indotto si è fermato per alcune ore, in segno di solidarietà. I lavoratori “Tes” non si aspettavano di arrivare a perdere il lavoro. “L’azienda ha acquisito un appalto per i cantieri del progetto “Argo-Cassiopea”, che però non partono – dicono i dipendenti licenziati – la proprietà ritiene che i tempi siano troppo lunghi e ha deciso di licenziarci. Lavoriamo da anni. Ci sono intere famiglie che dipendono dal nostro lavoro. Non capiamo perché l’azienda si opponga alla cassa integrazione, in attesa di una ripresa occupazionale”. Da mesi, si attende la proroga Via, che dovrebbe consentire l’avvio dei lavori per la base gas di Eni, un maxi investimento che però è fermo. Il ministero dell’ambiente non ha ancora sbloccato l’iter e le conseguenze si vedono tutte nell’indotto di raffineria, con decine di operai che sono già usciti dal ciclo produttivo, dopo la conclusione dei lavori della green refinery. La situazione complessiva è molto delicata. I lavoratori “Tes” proseguiranno la protesta fino a quando non arriveranno indicazioni certe sul loro futuro. “Noi siamo stati licenziati mentre il personale amministrativo è stato mantenuto – concludono – abbiamo diritto all’occupazione”. Operai e sindacati attendono una convocazione dalla prefettura di Caltanissetta. La proprietà dell’azienda, attraverso una nota ufficiale, fa addirittura sapere che potrebbe lasciare definitivamente il sito locale. “Esprimiamo il nostro rammarico per i provvedimenti di licenziamento comunicati – si legge – causati dall’ultimazione delle attività in sito e dall’attuale mancanza di altre commesse nel territorio, nello specifico all’interno della Raffineria di Gela, e manifestiamo massima solidarietà e vicinanza alle maestranze interessate, in molti casi alle dipendenze dell’azienda da diversi anni”.

Dai vertici di “Tes” arrivano conferme sfavorevoli sul proseguo dell’attività, anche a causa dei ritardi nel rilascio delle autorizzazioni ministeriali. Chiude alla possibilità di ammortizzatori sociali. “Tes opera ininterrottamente dal 2013 all’interno del sito di Gela e oggi, complici la contrazione del mercato, il rinvio o il differimento da parte della committente ad altre tipologie di contratti di alcune opere della seconda fase del progetto Green Refinery per il quale l’azienda è stata fortemente impiegata, nonché le strategie economico-gestionali della committente stessa, si ritrova purtroppo in uno stato di totale fermo attività che non consente il mantenimento dei livelli occupazionali. Da aggiungere a ciò la critica situazione riguardante l’opera cosiddetta “Argo-Cassiopea” per la quale Tes sarebbe direttamente coinvolta con commesse acquisite – continuano dall’azienda – ma che non sembra essere di prossima risoluzione né tantomeno avvio. Comunichiamo infine, che in queste ore stiamo seriamente valutando l’opportunità di dislocare sede e unità produttive in territorio diverso da quello locale, a causa della evidente condizione di crisi e totale mancanza di prospettive nella quale versa la città, e per la quale nemmeno la politica deputata sembra trovare concrete soluzioni; in uno scenario simile, anche le richieste sindacali per l’attivazione di ammortizzatori sociali risultano chiaramente inattuabili”. Quella della “Tes” e dei lavoratori licenziati è solo una della conseguenze di investimenti che rischiano di fallire e trascinare ancora più in basso l’intero territorio locale.

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