Proroga Via ferma, vertici nazionali Filctem, Femca e Uiltec: “A Gela si rischia un’altra Ilva”

 
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Gela. Ieri, le segreterie provinciali di Filctem, Femca e Uiltec, al termine del consiglio di fabbrica, hanno rotto gli indugi, decidendo che la protesta contro i ritardi nel rilascio della proroga Via per la base gas di Eni arriverà a Roma. Il prossimo 11 dicembre, sindacati e lavoratori manifesteranno davanti al Ministero dell’ambiente, che dovrebbe autorizzare il relativo decreto. L’attenzione sul caso degli investimenti bloccati inizia pian piano a crescere e le segreterie nazionali del settore industria della triplice parlano addirittura del rischio di una “nuova Ilva”. “A Gela ci sono centinaia di lavoratori che attendono l’avvio del progetto Argo-Cassiopea di Eni, bloccato dalla mancata firma del ministro dell’ambiente, Sergio Costa, alla proroga della Valutazione di impatto ambientale, scaduta a giugno. Un ritardo inspiegabile che rischia di mandare in fumo 800 milioni di euro di investimento, in grado di dare occupazione a circa 600 persone – dicono i segretari generali Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani – il governo faccia subito chiarezza e dica chiaramente se ha a cuore questo investimento. In caso contrario, si prenderà la responsabilità di provocare una vera tragedia sociale sul territorio gelese, già in ginocchio per la crisi, con ripercussioni economiche per tutto il Mezzogiorno e il paese, vista anche la strategicità del settore del gas”. I nazionali di Filctem, Femca e Uiltec guardano al caso Gela come ad una vertenza ormai nazionale e non escludono una nuova “bomba” sociale, dopo quella di Taranto. L’indotto di raffineria è in difficoltà, con manifestazioni che si ripetono da giorni, e senza i nuovi cantieri della base gas si rischia un altro tracollo, dopo quello di cinque anni fa.

“Siamo molto preoccupati per questa situazione – continuano i sindacalisti – anche perché per l’assegnazione dei lavori sono già stati espletate gare europee, prossime però alla scadenza. Il tempo è tiranno e vogliamo scongiurare il rischio che Gela si trasformi in una nuova Ilva. Mercoledì prossimo centinaia di lavoratori chimici provenienti dalla Sicilia manifesteranno davanti al Ministero dell’ambiente, per chiedere in tempi rapidi il perfezionamento delle autorizzazioni necessarie per il via libera al progetto “Argo-Cassiopea”. Rappresenta un pezzo importante dell’accordo da 2,2 miliardi di euro per il rilancio di tutta l’area industriale di Gela, firmato nel 2014. Questo ritardo inaccettabile rischia di offrire ad Eni un alibi per il mancato rispetto degli impegni già assunti. Una situazione già vista a Taranto, con l’Ilva, e che provocherebbe ripercussioni socio-economiche insostenibili per il territorio gelese. Ci appelliamo al buonsenso di tutti i soggetti coinvolti, per dare un futuro al territorio e a centinaia di famiglie e per non mortificare ulteriormente un settore importante per l’economia nazionale”. Ieri, parole dure sono arrivate dai segretari provinciali Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania, che si sono rivolti anche ad una politica, fino ad oggi troppo accondiscendente verso interessi di parte.

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