Protesta ex Tekra, tensione alta: azienda, “ora denuncia non accettiamo imposizioni”

 
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Gli operai davanti al capannone Tekra durante una protesta

Gela. La scelta era già in parte filtrata ieri sera, i vertici di Tekra stanno formalizzando una denuncia su quanto sta accadendo, sia rispetto alla nuova protesta dei diciotto lavoratori, i cui contratti non sono stati rinnovati, sia sul fatto che il servizio venga ormai svolto in perdita. “Non accetteremo imposizioni di nessuna natura. Siamo pronti a denunciare ogni tipo di ricatto”, dicono i vertici del gruppo campano, che già da tempo hanno scelto di non partecipare alla gara “ponte”, almeno con le condizioni economiche attuali. “Abbiamo reiteratamente manifestato la volontà di lasciare il servizio, che continua ad esserci imposto, provocandoci un danno economico ingente – continuano – tutti sanno che quest’affidamento è a perdere e nessuno vuole prenderlo”. In più occasioni, dopo la prima procedura andata deserta, i manager campani hanno chiesto di rivedere il capitolato, ritenuto economicamente non profittevole.

La protesta degli operai è riesplosa non appena si è diffusa la notizia di nuove assunzioni da parte dell’azienda, senza assicurare precedenza ai lavoratori rimasti fuori dal cantiere. “Il nostro rappresentante, nella giornata di oggi, presenterà all’autorità giudiziaria locale una dettagliata denuncia con la speranza che qualcuno prenda le opportune e necessarie decisioni – concludono – noi non siamo responsabili in alcun modo di un disservizio. La cultura della legalità e i valori della giustizia sono i nostri unici valori”. Ieri sera, i lavoratori in protesta hanno raggiunto l’ingresso del cantiere aziendale, sulla Gela-Catania, e si pensava che potessero bloccare l’uscita dei mezzi. Non c’è stata una serrata e questa mattina gli operai sono ritornati a Palazzo di Città. Sarebbero almeno quindici i dipendenti Tekra che da Piazza Armerina dovrebbero essere trasferiti in città, ma i sindacati ritengono che la procedura non sia legittima. La tensione è ancora alta e gli imprenditori campani non sembrano intenzionati ad accettare eventuali pressioni anomale.

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