Pusher gelesi piazzavano cocaina, richieste con Whatsapp: chiuse indagini

 
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Immagini di repertorio

Gela. Niscemi era diventata una piazza di spaccio tra le più battute dai presunti pusher gelesi. Nel settembre di un anno fa, i poliziotti arrestarono il trentottenne Francesco Davide Scicolone e il trentacinquenne Giovanni Mistretta. Vennero sequestrati ottanta grammi di cocaina e del denaro. Un arresto che condusse gli investigatori ad approfondire ancora di più, anche se probabilmente il presunto giro di spaccio era già sotto stretta osservazione. I pm della procura gelese hanno chiuso le indagini, estese a possibili fiancheggiatori che avrebbero tentato di coprire i pusher. Alle posizioni di Scicolone e Mistretta si aggiungono quelle di Ruben Raitano, Vincenzo Galanti, Salvatore Cunsolo e Domenico Abbaco. I gelesi avrebbero piazzato principalmente la cocaina. Secondo gli investigatori, i contatti tra pusher e potenziali clienti sarebbero stati tenuti attraverso social network e con l’applicazione telefonica Whatsapp, ritenuta più sicura per sfuggire ad eventuali controlli e intercettazioni.

Sono stati ricostruiti tanti episodi, tutti concentrati nell’estate dello scorso anno. Dopo la chiusura delle indagini, si attendono le nuove richieste dei pm che potrebbero chiedere il rinvio a giudizio di tutti i coinvolti, difesi dagli avvocati Cristina Alfieri, Maurizio Scicolone, Rosario Prudenti, Luigi Cinquerrui ed Eugenio Muscia.

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