“Ci hanno bloccati e picchiati, abbiamo paura”: il racconto degli Accomando

 
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Gela. “Sono stata abbracciata al collo, credevo fosse mio figlio Tonino. Quando ho chiesto di lasciarmi andare perché mi stava facendo male, ho compreso di avere i ladri in casa”.

A parlare è Giuseppa Nardo di 72 anni, cuoca dell’ospedale in pensione, rapinata e malmenata la scorsa notte insieme al marito, Emanuele Accomando di 73 anni. Stavano guardando in televisione la partita della Lazio quando tre malviventi hanno fatto irruzione nella loro abitazione a pianoterra di via Caffieri. Ai piani superiori dello stabile vivono due dei loro sette figli che non si sono accorti di nulla. “Uno dei rapinatori, col volto coperto – racconta l’ex portuale – ha strattonato sul pavimento mia moglie, bloccandola con un ginocchio. Ho cercato di difenderla acciuffando un coltello da cucina, ma il mio tentativo ha solo stimolato un altro malvivente che non ha esitato a colpirmi con un pugno al volto, facendomi stramazzare a terra. Un terzo complice è entrato nella stanza da letto. Dopo avere rovistando nei cassetti ha rubato i soldi che poche ore prima avevo prelevato dalla banca per pagare le utenze telefoniche e dell’energia elettrica. Per fortuna sono riuscito a comprare i medicinali a mia moglie. Li ho implorati inutilmente a non farle del male – precisa Accomando – mia moglie è diabetica, ipertesa e ha subito le protesi in entrambe le ginocchia. Ho temuto il peggio”. I due coniugi, si sono sentiti letteralmente in trappola. “Non ci siamo accorti dell’irruzione dei tre ladri – spiegano le vittime – che hanno immediatamente abbassato la saracinesca per non destare la curiosità dei passanti. Una volta dentro ci hanno picchiati e alleggeriti di ogni prezioso. Ci hanno sfilato dalle dita anche le fedi nuziali, oltre alle collane e ai braccialetti d’oro che indossavano”.

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