“Qualità abitare”, tempi stretti per progettazione e gare: prevale strada tecnici esterni

 
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Di Stefano e l'architetto Vincenzo Antonuccio che ha collaborato alla stesura dei progetti di massima

Gela. Il termine è piuttosto stringente. Un anno, dal momento della firma dell’atto d’obbligo, per portare a termine la progettazione esecutiva e la procedura di affidamento dei lavori. Sono questi i tempi dettati dal Ministero delle infrastrutture, per non rischiare di perdere i fondi, da trenta milioni di euro, autorizzati con il programma di finanziamento “Qualità dell’abitare”. Due progetti, presentati dall’amministrazione comunale, hanno ottenuto il via libera proprio dal Ministero. Questa mattina, è tornato a riunirsi il tavolo tecnico, voluto dal vicesindaco Terenziano Di Stefano. Il numero due della giunta, il rup Grazia Cosentino, il dirigente Antonino Collura, i tecnici e i consiglieri delle commissioni sviluppo economico e urbanistica, hanno fatto il punto della situazione. Verranno definiti i prossimi passaggi, a partire dalla firma dell’atto d’obbligo, che a breve dovrebbe essere notificato dal ministero. Concludere tutte le procedure, nell’arco di un anno, non sembra obiettivo facile, soprattutto con una progettazione molto complessa e con la necessità di finalizzare anche l’affidamento dei lavori. I due progetti, presentati dall’amministrazione comunale e ammessi dal ministero, toccano diverse aree della città. Una riqualificazione che si estende dalla zona di Giardinelli, fino a quella a ridosso del lungomare Federico II di Svevia e del municipio. Le interlocuzioni sono in corso da tempo e Di Stefano ha già avuto modo di confrontarsi, sia con la parte politica che con quella tecnica, che si stanno occupando delle procedure. Al tavolo partecipata il senatore Pietro Lorefice, che fa da tramite istituzionale, con gli uffici ministeriali. Una prima decisione bisognerà prenderla, entro i prossimi giorni. Potrebbe infatti intervenire il supporto di Invitalia, a copertura di tutte le fasi preliminari e di progettazione. Dal tavolo, però, sembra emergere la volontà di affidarsi a professionisti esterni, seguendo il modello di “Agenda Urbana”.

Far ricadere le sorti dei due progetti finanziati, esclusivamente sulla struttura di Invitalia, non sembra la soluzione più gettonata. “Potremmo valutare l’intervento di Invitalia – spiega Di Stefano – magari, per la fase delle gare, che non abbiamo la certezza di poter seguire, per intero, con nostro personale. Probabilmente, è quella la fase che potrebbe richiedere l’intervento della stessa Invitalia”. Bisognerà, comunque, arrivare a decisioni piuttosto rapide, anche perché l’atto d’obbligo va sottoscritto non oltre fine marzo.

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