Raccolta firme per l’ospedale, tagli e disservizi: il libro nero del “Vittorio Emanuele”

 
0
Iniziata la raccolta firme

Gela. E’ partita questa mattina, davanti all’ospedale “Vittorio Emanuele”, la raccolta firme a sostegno dell’esposto che il comitato organizzatore presenterà alla procura. Carenze enormi, nei reparti e nei servizi, stanno del tutto depotenziando le attività nel presidio di Caposoprano. Il comitato “Sos Vittorio Emanuele”, attraverso i rappresentanti Luciana Carfì e Filippo Franzone, si rivolgerà alla magistratura. La situazione complessiva è considerata preoccupante, nonostante le rassicurazioni giunte dai vertici di Asp, che negli ultimi giorni hanno annunciato anche l’assunzione di medici, solo per il “Vittorio Emanuele”. Le organizzazioni sindacali del comparto e gli operatori hanno però tirato le somme di una realtà ospedaliera, deficitaria. Il caso della chiusura della terapia intensiva è stato solo il culmine di un processo di depotenziamento. Il pronto soccorso infettivologico non è ancora partito a regime. La nuova terapia intensiva, finanziata da Eni, non ha mai visto la luce, almeno fino ad oggi. La Breast Unit dovrà superare il vaglio delle valutazioni degli ispettori, per capire se potrà continuare ad esistere. Anche per questo servizio, fondamentale per il territorio, sono riscontrate carenze enormi di organico e manca una vera struttura di degenza per le pazienti. Si teme il tentativo di “delocalizzare” proprio le attività della Breast Unit. I dirigenti medici devono spostarsi, una volta a settimana, negli ambulatori degli altri ospedali del territorio. Una realtà, precaria, che tocca anche ostetricia e ginecologia, con personale insufficiente e l’attività di sala operatoria, ridotta ai minimi. Anche la strumentazione chirurgica è ritenuta “vetusta”. Manca un organico sufficiente per malattie infettive. Fino a quattro persone in una stanza, invece, nella medicina Covid e senza pressione negativa. L’emergenza pandemica non ha determinato neppure un rafforzamento del personale. Tra i vuoti più preoccupanti, c’è quello degli anestesisti, che ha praticamente azzerato le attività chirurgiche di routine. Al “Vittorio Emanuele” sono garantite solo le urgenze e le liste di attesa diventano sempre più lunghe. Rimane chiusa la psichiatria, con la migrazione di tanti pazienti del territorio verso altre strutture. Chirurgia e ortopedia traumatologica sono state da poco accorpate, con una drastica riduzione del personale e dei posti, che passano da trentasei ad appena dieci. Il primario di chirurgia, intanto, ha scelto di andare via, cambiando azienda sanitaria.

Urologia, con personale ridotto e ristrettezze di dirigenti medici, è a mezzo servizio. Le prestazioni, successive alle ore 14, si spostano in altri ospedali, a partire dal “Sant’Elia” di Caltanissetta. Rimane irrisolta anche la crisi di personale, medico e di operatori, del pronto soccorso. Quello del “Vittorio Emanuele” rimane un libro nero, tra tagli e servizi che non ci sono, anche se il manager Alessandro Caltagirone e il direttore sanitario del nosocomio, Luciano Fiorella, parlano spesso di rafforzamento, ad oggi grande assente.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here