Raddoppio consortile, Regione vara ufficio direzione lavori: c’è anche ispettore cantiere

 
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I cantieri del consortile

Gela. I lavori, che sono andati incontro anche ad un periodo di fermo, da qualche tempo hanno ripreso a marciare. Vennero consegnati ormai tre anni fa. Per il raddoppio della linea di trattamento biologico del depuratore consortile, gli uffici regionali stanno monitorando le procedure in atto, anche rispetto ai cantieri, affidati alla società Nurovi. L’assessorato all’energia, attraverso il dipartimento acqua e rifiuti, ha di fatto proceduto a rivedere per intero la composizione dell’ufficio di direzione lavori, che svolge inoltre una funzione di monitoraggio. I precedenti componenti, nel corso dell’ultimo anno, si sono dimessi dagli incarichi. Il dipartimento, con un interpello interno aperto ai dipendenti regionali, ha proceduto a definire la nuova composizione. Il direttore operativo è l’architetto Antonino Lo Brutto. All’ingegnere Antonino Margagliotta è stato invece affidato il ruolo di coordinatore della sicurezza. All’atto di interpello ha risposto un altro dipendente regionale, che svolge anche funzioni di commissario. Si tratta di Carmelo Casano, che di recente ha condotto la casa di ospitalità “Antonietta Aldisio”. Ricoprirà il ruolo di ispettore di cantiere. Il dipartimento acqua e rifiuti ha confermato la nomina attraverso un decreto, che indica inoltre il ruolo affidato agli altri due componenti dell’ufficio di direzione.

Il raddoppio della linea di trattamento biologico del depuratore interno alla raffineria Eni è un intervento atteso da anni, anzitutto per migliorare il ciclo delle acque, evitando lo sversamento in mare di reflui non depurati. Il sistema, così come quello di Macchitella (per il quale sono previsti lavori di potenziamento), è ormai sottodimensionato. Lo scorso anno, con i cantieri fermi, fu il senatore grillino Pietro Lorefice a segnalare la vicenda dell’appalto da oltre cinque milioni di euro. Avviò azioni istituzionali per venire a capo delle ragioni che stavano paralizzando il cantiere. L’azienda che ha ottenuto l’affidamento si era trovata coinvolta anche in una vicenda giudiziaria che per un periodo pare ne abbia limitato l’attività.

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