Rapine fallite, “spaccate” e la paura delle armi, tutto in poche ore: chi c’è dietro?

 
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Immagini di repertorio

Gela. Il tentativo di rapina con una pistola ai danni di una donna ieri sera in via Butera; circa due ore dopo un’irruzione in un locale di via Cicerone; poi la “spaccata” intorno alle tre della notte, in pieno centro storico, in corso Vittorio Emanuele. Sono le tappe di ore di paura, nonostante il bollettino non abbia segnato danni alle persone. La donna minacciata con una pistola in via Butera è riuscita a mettere in fuga il rapinatore e i carabinieri hanno avviato indagini, così come capitato nell’esercizio commerciale a Caposoprano, con una dipendente che pare abbia reagito facendo fuggire chi era entrato nell’attività (i poliziotti stanno effettuando gli accertamenti e vogliono verificare con attenzione). Le “spaccate” notturne alle rivendite dei tabacchi proseguono. Pare che almeno uno dei responsabili sia stato individuato. Il sindaco Lucio Greco, probabilmente messo al corrente solo delle “spaccate”, ha fatto richiesta di incontro al prefetto di Caltanissetta. Ha parlato di “pericolosa deriva”.

Se possano esserci le stesse mani dietro ai tentativi di rapina e alle “spaccate” saranno gli investigatori ad accertarlo. La presenza di armi ha sempre preoccupato i pm della procura, che da tempo chiedono un sistema comunale di videosorveglianza. C’è chi riesce a muoversi e a colpire nonostante i controlli, anche dopo la rissa e gli spari nell’area di servizio “Gb oil”, che aveva suscitato da subito un enorme allarme.

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