Reflui industriali e acido solforico sversati in mare, manager e funzionari Eni a processo

 
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Gela. Per i responsabili di Eni, sentiti in aula davanti

al giudice Marica Marino, quello sversamento in mare di circa cinquemila metri cubi di reflui industriali non depurati, altamente acidi, sarebbe stato solo l’effetto di una cattiva gestione degli impianti da parte degli operatori di turno.

Lo sversamento in mare. L’hanno ribadito nel corso del dibattimento penale che si sta celebrando contro l’ex amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa, il responsabile della Soi 4 Massimo Pessina e la società Raffineria di Gela. I funzionari della multinazionale sono stati sentiti rispetto a quanto si verificò in fabbrica nel maggio di quattro anni fa. Tutto sarebbe da legare all’afflusso di circa tre tonnellate di acido solforico nella fogna oleosa dell’impianto di trattamento acque di falda. I legali di parte civile, gli avvocati Joseph Donegani e Ausilia Faraci, che assistono l’associazione Amici della Terra e il Comune, hanno cercato di ricostruire le fasi della procedura. In sostanza, la catena di controllo non avrebbe funzionato, al punto da generare lo scarico dei reflui e dell’acido solforico direttamente in mare.

Uno dei consulenti della difesa degli imputati, però, ha messo in dubbio le modalità di effettuazione delle procedure di campionamento e di verifica delle sostanze immesse nel ciclo. Ci sarebbero state anomalie, stando all’esperto, tali da mettere in discussione l’esito complessivo dei controlli effettuati dai militari della capitaneria di porto e dagli ispettori dell’ex Provincia di Caltanissetta. Il pm Sonia Tramontana, inoltre, ha chiesto maggiori ragguagli rispetto al guasto di uno dei misuratori dell’impianto di trattamento acque di falda, che sarebbe stato alla base di tutte le conseguenze generate. I funzionari di raffineria, però, pur ammettendo che la squadra di operatori in servizio aveva come riferimento il responsabile di Soi 4 Massimo Pessina, hanno ribadito il rispetto di tutte le procedure previste, anche rispetto ai compiti dell’allora amministratore delegato Bernardo Casa. Parti civili nel procedimento, sono anche il Ministero dell’ambiente con il legale Giuseppe Laspina e l’associazione Aria Nuova, rappresentata dall’avvocato Antonino Ficarra. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Gualtiero Cataldo, Alessandra Geraci, Piero Amara e Angelo Mangione.

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