Regno delle due Sicilie, 126 anni dimenticati dalla storiografia ufficiale

 
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Gela. I 126 anni di storia del regno delle due Sicilie, nel periodo compreso tra il 1734 e il 1860, sono stati completamente dimenticati dalla storiografia ufficiale per motivi strettamente personali dei barbari liberatori piemontesi che definirono i meridionali come briganti. Tutti gli storici, del nord e del meridione, negli anni si sono preoccupati di tramandare ai posteri la grande conquista dell’unità d’Italia con grande sacrificio dei piemontesi e dei morti dei briganti meridionali che hanno ostacolato l’opera degna di encomio dei nordisti usurpatori e invasori.

Il primo regnante della casa Borbonica in Sicilia fu Carlo III o l, figlio di Filippo V re di Spagna e di Elisabetta Farnese, che nel 1796 a seguito della invasione dell’esercito Napoleonico, fu costretto ad abbandonare Napoli e trasferirsi in Sicilia, dove nel 1735 si fece incoronare re di Sicilia a Palermo. Incomincia a mettere in atto una serie di opere pubbliche per il ripristino della città di Messina, colpita duramente dalla peste del 1734.

I cinque sovrani che gestirono il Regno delle due Sicilie nell’arco di 126 anni furono: Carlo I o III, Ferdinando IV (IV, III o I), Francesco I, Ferdinando II e Francesco II per poco più di un anno. Le dinastie che regnarono prima dei Borboni furono: gli Spagnoli, i Savoia, gli Asburgo che avevano lottato per il possesso dell’isola, stremandola fino all’inverosimile.

Questa storia Borbonica e in particolare quella di Sicilia, è stata completamente dimenticata dopo l’annessione al Piemonte del 1860. Gli storici che si sono susseguiti da allora, hanno cancellato i fatti storici, classando tutti i principi morali e religiosi con la dignità individuale dei singoli cittadini. Trascinarono nel fango l’esistenza del popolo duo Siciliano definendolo brigante, perciò da non prendere in considerazione ma colonizzarlo senza nessuna possibilità di riscatto, come gli schiavi inglesi della terza generazione. Questo hanno fatto i nostri benigni e altruisti liberatori del nord a noi del sud, siamo orgogliosi tutte le mattine di ascoltare le informazioni sul viaggiare informati sulle (nostre) autostrade Italiane, anche se ascoltando non sentiamo il nome di una città del sud.

Polemica inutile degli abitanti del meridione, perché non ricordano la divina provvidenza del grande scrittore lombardo Alessandro Manzoni, convinto che la divina provvidenza verrà a ripagarci dei mali subiti. Se quello asserito dal poeta individualista ed ateo, fosse vero, nessun miracolo potrebbe avvenire da parte di un miscredente che pensa solo a soddisfare i propri interessi personali e del suo popolo del nord.

Il re Ferdinando IV, che successe a Carlo, fece costruire la reale casina di caccia a Palermo, dove i lavori iniziati nel 1799 furono completati nel 1803. I lavori furono eseguiti dall’architetto Carlo Chenchi, allievo di Vanvitelli, costruttore della reggia di Caserta.

Successivamente furono assegnati all’architetto palermitano, Vananzio Marvuglia, incaricato precedentemente dal Sovrano per i lavori di sistemazione della Favorita e per la costruzione della palizzata cinese. Alla morte del padre, 1825 sale al trono il figlio Francesco I che nasce a Napoli il 14/8/1777, dove morì nel 1830. Il suo regno dura appena 5 anni. Si affiancò della influenza della madre solo durante la sua permanenza in Sicilia, con l’occupazione dell’esercito Francese di Gioacchino Murat del regno di Napoli e con l’aiuto degli Inglesi, concesse ai Siciliani la Costituzione nel 1812.

Alla sua morte, avvenuta nel 1830, sale al trono del Regno delle due Sicilie Ferdinando II che nasce a Palermo il 12/1/1810 e muore a Caserta 22/5/1859 e regnò per 30 anni. Alla sua morte, sale al trono il figlio Francesco II che nasce ad Arco nel Trentino nel 1836 e muore nel 1894 dopo avere assistito alla dissoluzione del suo regno ad opera di Garibaldi e dei suoi cugini Savoia.

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