Renzi snobba la giunta su Eni, “abbiamo chiesto incontri senza avere risposte”: bocciata la legge speciale

 
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Gela. Niente leggi speciali per Gela, invece la volontà di avere un’interlocuzione diretta con il premier Matteo Renzi sul caso Eni. La giunta tende la mano verso il governo. E’ questa la linea che emerge dalle ultime valutazioni maturate in giunta, con in testa il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano. In almeno tre occasioni, sono state inviate comunicazioni ufficiali nel tentativo di fissare un incontro a livello governativo. “Al momento, però – dice il vicesindaco Simone Siciliano – non abbiamo mai avuto risposte”. Una richiesta in tal senso era stata formulata dall’amministrazione comunale anche nel corso dell’ultimo tavolo di confronto tenutosi al Ministero dello sviluppo economico e convocato per valutare lo stato di attuazione del protocollo di intesa del novembre di due anni fa. L’intenzione di ottenere un incontro romano è stata ribadita, giovedì sera in consiglio comunale, proprio dal sindaco Domenico Messinese che, in questo modo, ha cercato di rispondere alle tante accuse mosse dagli operai dell’indotto, arrivati in aula consiliare proprio per contestare le scelte della giunta comunale rispetto all’intera vicenda Eni.

“Niente leggi speciali…”. L’amministrazione, inoltre, esclude eventuali richieste di leggi speciali, ritagliate appositamente con l’obiettivo di arginare una flessione economica e occupazionale, oramai sotto gli occhi di tutti. “Chi parla di leggi speciali – conclude lo stesso Siciliano – non conosce i contenuti dell’accordo di programma ma soprattutto del decreto che istituisce l’area di crisi complessa. Sono strumenti che nascono proprio per risollevare le sorti dell’economica locale, prevedendo una serie di agevolazioni e misure straordinarie. A cosa servirebbe una legge speciale se già esistono precisi interventi normativi?”. 

Chi lavora in fabbrica? Tra le note dolenti messe in evidenza da diversi consiglieri comunali, a cominciare da Salvatore Scerra, Giuseppe Ventura e Sara Bonura, c’è inoltre l’assenza di controlli rispetto al personale attualmente impiegato tra i cantieri della raffineria e nei siti Enimed. “Bisogna chiedere ad Eni un elenco complessivo di quanti lavoratori stiano operando – hanno ribadito i consiglieri – solo in questo modo, si potrà comprendere se venga utilizzata manodopera esterna, scavalcando operai che sono inseriti nelle liste di disponibilità”. In questo senso, però, l’amministrazione ribadisce l’esistenza di precisi accordi. “Certamente – concude Siciliano – non possiamo interferire sulle scelte delle singole aziende, magari chiedendo elenchi degli operai impiegati. I controlli, però, ci sono e il dialogo con Eni, comunque, viene portato avanti”. Gli operai dell’indotto e i sindacati metalmeccanici, negli scorsi giorni, hanno denunciato l’assoluta discrezionalità nella scelta del personale, accusando i vertici di Eni ed Enimed.

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