Reparto chiuso per Covid, morti i sette pazienti trasferiti: Lorefice, “ministro disponga indagine”

 
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Una delle corsie del "Vittorio Emanuele" durante l'emegenza pandemica

Gela. Sette pazienti, ricoverati in terapia intensiva al “Vittorio Emanuele”, un anno fa vennero trasferiti al “Sant’Elia” di Caltanissetta. Una decisione che i vertici del nosocomio locale e di Asp giustificarono facendo riferimento al contagio da Covid che intanto aveva colpito operatori e medici del reparto, che venne chiuso per diverse settimane. Per i sette pazienti trasferiti l’esito fu tragico. Nessuno sopravvisse. Da allora, i familiari hanno costituito un comitato, chiedendo che si facesse chiarezza su quanto accaduto. Una vicenda sollevata anche da comitati civici e associazioni e che nelle scorse settimane è arrivata in parlamento. Il senatore Pietro Lorefice si è rivolto, con un’interrogazione, al ministro della salute Orazio Schillaci. Nell’interrogazione, Lorefice punta proprio su una procedura considerata anomala, con il trasferimento di pazienti in terapia intensiva. “I parametri vitali dei pazienti trasferiti sarebbero crollati a seguito del trasporto e i medici del Sant’Elia di Caltanissetta, infatti, hanno riferito, seppur informalmente, che nelle ore immediatamente successive al trasferimento si sono potuti occupare, esclusivamente, di stabilizzare con urgenza i pazienti, dopo le operazioni di trasferimento e dalle dirette conseguenze dello stesso; a seguito del trasferimento a oltre 70 chilometri di distanza, tutti i sette pazienti hanno perso la vita nel giro di pochi giorni”, scrive il senatore. Al ministro chiede se “sia a conoscenza dei fatti esposti” e soprattutto “se non ritenga opportuno avviare un’indagine, previo invio di ispettori, rispetto alle decisioni assunte in occasione dello scoppio del focolaio di Covid-19 presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, dando così le doverose risposte alle famiglie dei pazienti deceduti”. Il senatore ha deciso di rivolgersi al ministro perché ritiene che possano esserci stati errori nella gestione del caso. “La decisione di trasferire pazienti in terapia intensiva espone a enormi rischi che solo in condizioni di assoluta eccezionalità possono essere assunti da parte della dirigenza di un ospedale e dall’azienda sanitaria di riferimento. Dopo due anni di pandemia le aziende sanitarie dovrebbero essere in grado di gestire eventuali focolai tra il personale sanitario in condizioni di sicurezza e senza esporre i pazienti a rischi ingiustificati e ingiustificabili”, si legge nel testo dell’interrogazione.

Per Lorefice, senza il trasferimento i pazienti avrebbero potuto affrontare in maniera diversa il decorso ospedaliero. “Sarebbe stato più opportuno evitare la chiusura della terapia intensiva, trasferendovi, per il tempo necessario, personale medico occupato presso altri reparti di terapia intensiva Covid dell’azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta, considerato infine che nessuno dei suddetti pazienti ricoverati era al momento del trasferimento intubato, erano in condizioni fragili ma stazionarie, e per alcuni si registrava un miglioramento generale della condizione, situazione che faceva sperare in un decorso positivo della malattia”, conclude il parlamentare. Il comitato dei familiari, le associazioni e i comitati civici avevano scritto, ormai diversi mesi addietro, all’ex ministro Roberto Speranza.

 

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