Reperti e oggetti d’arte da piazzare attraverso una escort, cadono le accuse: assolta una donna

 
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Gela. Assolta, nonostante le contestazioni mossegli dai magistrati della procura. I reperti al centro dell’intera vicenda. Donatella C. era accusata di aver avuto la disponibilità di reperti e oggetti d’arte che avrebbe cercato di piazzare per il tramite di una escort gelese, da tempo residente nel nord Italia. Una ricostruzione ribadita in aula dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro che ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. La difesa dell’imputata, sostenuta dall’avvocato Fabrizio Ferrara, però, ha ridimensionato l’impianto accusatorio, sottolineando come la donna, dopo aver vissuto per molti anni fuori dalla Sicilia, fosse ritornata in città cercando di sostenere i genitori, successivamente deceduti, titolari di un’attività commerciale di antiquariato. “In molti casi – ha spiegato il legale – la mia assistita ha dimostrato di non conoscere neanche quale valore potessero avere quei reperti. L’sms inviato alla escort non arrivava da lei”. Una linea che, alla fine, ha convinto il giudice Marica Marino, tanto da farle emettere un dispositivo di assoluzione.

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