Retribuzione extra per Depetro, sindaco e giunta autorizzano “indennità ad personam”

 
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Il sindaco Lucio Greco e il dirigente al bilancio Alberto Depetro

Gela. L’addio al municipio del dirigente Alberto Depetro è stato decisamente breve. Ad inizio novembre ha concluso la sua esperienza, iniziata quando sindaco era ancora l’avvocato Angelo Fasulo, per riprenderla una manciata di settimane dopo, scelto dall’attuale primo cittadino Lucio Greco, dopo l’analisi delle candidature avanzate a seguito di avviso pubblico. Nel frattempo, ma solo per pochi giorni, ha ricoperto anche l’incarico di esperto a titolo gratuito, giusto per assicurare supporto durante la fase decisiva di approvazione degli atti finanziari. La fiducia di Greco verso il dirigente al bilancio e ai tributi è stata confermata non solo con il rientro a Palazzo di Città, ma adesso con l’indennità economica “ad personam”, che gli è stata concessa dalla giunta. Al dirigente ragusano spetteranno mille euro netti in più al mese, oltre alla retribuzione prevista da contratto. Al momento del rientro (con un incarico di tre anni prorogabili per altri due), il sindaco, come da disciplina contrattuale, ha previsto anche l’indennità di posizione, da venticinquemila euro lordi all’anno.

La richiesta dell’indennità ulteriore è arrivata proprio da Depetro, giustificata “dal carico di lavoro e delle relative responsabilità, della specifica qualificazione professionale e culturale, dalla temporaneità del rapporto e delle condizioni di mercato relative alle specifiche competenze professionali”. Nella delibera di giunta che autorizza il riconoscimento del “premio” retributivo, sindaco e assessori danno l’assenso richiamando “la qualità, la specificità e la complessità della prestazione lavorativa richiesta”. Per l’amministrazione comunale, il lavoro su numeri, bilanci e tributi di Depetro è praticamente fondamentale e di conseguenza è arrivato il via libera al pagamento extra, almeno per un anno. Una decisione che viene supportata, almeno così si legge nel provvedimento, richiamando alcune pronunce della Corte dei Conti e il Testo unico degli enti locali, probabilmente anche per evitare possibili “scivoloni” amministrativi sulla gestione delle risorse pubbliche del municipio.

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