Richieste estorsive a Russello, l’imprenditore in aula: “Mi avvicinarono volevano che pagassi”

 
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Gela. Li ha riconosciuti in aula, anche attraverso le foto segnaletiche. Sarebbero stati Simone Nicastro (difeso dall’avvocato Davide Limoncello) e il collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano (difeso dall’avvocato Vania Giamporcaro) ad avvicinare l’imprenditore Fabrizio Russello, dal quale il gruppo degli stiddari avrebbe preteso la messa a posto. E’ stato lo stesso imprenditore a raccontare quanto accaduto sette anni fa. “Ricordo che due giovani mi dissero se potevamo prendere un caffè – ha spiegato – eravamo nei pressi di un bar nel centro storico. Uno iniziò a dirmi che non avevo pagato la stidda per le festività. Non ho accettato il caffè e me ne sono andato. Qualche tempo dopo, nel cantiere avviato nei pressi del museo archeologico si presentò un giovane, solo dopo l’ho ricollegato a quello del bar. Mi chiese lavoro, ma eravamo al completo. Allora, disse se potevo dargli cinquanta euro per compare il latte ai figli. Gliene diedi venti”. Sarebbe stato Nicastro il giovane che si presentò nel cantiere da Russello dopo averlo avvicinato in centro storico, davanti al bar. Di Stefano, invece, avrebbe raccontato a Russello, dopo averlo incontrato in un altro bar vicino al cantiere avviato, che gli stiddari si erano lamentati per i mancati pagamenti. Il collaboratore, in video-collegamento ha però messo in dubbio la versione resa dall’imprenditore.

“Al cantiere da Russello siamo andati io e Nicastro – ha spiegato – gli stiddari credevano che l’imprenditore pagasse a noi e volevano che i soldi li garantisse anche a loro. Gli ho però dimostrato che Russello non pagava a cosa nostra e per questo motivo l’ho portato in cantiere”. Un “chiarimento” a tre escluso invece dall’imprenditore, che nel giudizio è parte offesa assistito dall’avvocato Giacomo Ventura. “Non capisco perché Russello abbia dato questa versione – ha continuato Di Stefano – dice che mi conosceva perché facevo il cameriere in un ristorante ma invece siamo stati per un periodo detenuti insieme, quando lui venne arrestato”. L’imprenditore, che in passato è stato assolto da tutte le accuse che gli contestavano ottenendo risarcimenti per l’ingiusta detenzione, ha comunque confermato il suo racconto anche durante un confronto con il collaboratore.

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