Richieste infondate per due casi di malformazioni, i manager Eni non devono risarcire

 
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Gela.  Le domande sono “infondate in fatto ed in diritto”. Ed il diritto al risarcimento è oramai prescritto. A questa conclusione è giunta la sezione civile del tribunale di Gela, giudice Elena Kildani, nel procedimento intentato dai legali di due famiglie colpite da gravi casi di patologie e malformazioni contro i rappresentanti delle società del gruppo Eni.

Pochi giorni fa la sentenza favorevole a Massimo Mantovani, Chief Legal di Eni Spa, Claudio Zacchigna, presidente del Cda di Raffineria di Gela Spa e  Giovanni Milani, amministratore delegato di Syndial Spa.

Le famiglie che hanno agito in giudizio, rappresentate dall’avvocato Veruscha Polara, avevano chiesto un risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non, compresi quelli derivati dalla limitata capacità lavorativa.

Tutto ruotava intorno ad una perizia prodotta da un pool di esperti sul nesso tra le patologie riscontrate e la presenza industriale in città. Il materiale venne presentato nel corso della procedura di accertamento tecnico preventivo esperita dai legali delle famiglie colpite. Una perizia che è sempre stata contestata dagli avvocati delle società Raffineria di Gela, Syndial e Eni.

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