Ricoverato in una casa alloggio, 36enne trova assistenza solo in ospedale

 
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Gela. Il livello assistenziale ai pazienti garantito dalle case alloggio continua a essere messo in discussione. Dopo il grave episodio che aveva visto una donna di 44 anni lanciarsi da un balcone della casa di cura “Cooperativa Vittoria” due ore dopo essere stata dimessa dal reparto di psichiatria, ieri si è verificato un nuovo caso sospetto.

Un paziente (P. C. le sue iniziali) di 36 anni a seguito di evidenti dolori si è dovuto recare autonomamente al Pronto soccorso ospedaliero. Al personale ospedaliero l’uomo, in cura presso la comunità “Sofia” di via Europa, ha raccontato di avere riferito alle assistenti della comunità di soffrire di particolari dolori alla mandibola. Pare che non avrebbe ricevuto nessuna assistenza, tanto da recarsi da solo in ospedale. Sulla qualità dell’assistenza fornita dalle case alloggio, si era discusso anche in via Madonna del Rosario con l’inaugurazione del Dipartimento di salute mentale (Csm) dell’Azienda sanitaria provinciale avvenuta alla presenza degli operatori del settore.

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