“Rifiuti a Timpazzo ennesima vergogna della Regione”, Gelensis: “Musumeci ci dia parco”

 
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Il comitato contro i rifiuti a Timpazzo

Gela. L’arrivo di più rifiuti a Timpazzo “è una vergogna”. Il comitato “Gelensis populus”, in tempi di protesta, si schiera contro gli autocompattatori che arrivano da Lentini, ormai da qualche giorno. Non risparmiano dure critiche al governo regionale. “C’è proprio da vergognarsi per come i politici di questa fallimentare Regione trattano la nostra città, considerata come l’ultima ruota del traballante carro siciliano. C’è da vergognarsi perché quando si ragiona di dove accumulare rifiuti, si pensa immediatamente a Gela, ma c’è anche da vergognarsi perché quando si tratta di togliere servizi pubblici si parta proprio dalla nostra città. C’è da vergognarsi perché Palermo si oppone all’antica aspirazione di autodeterminazione della nostra città, e c’è da vergognarsi per i degradanti tagli sanitari perpetrati sulla pelle dei cittadini del nostro comprensorio – dicono i componenti del comitato – sì, diciamo a testa alta, c’è da vergognarsi di essere siciliani. La nostra sacra terra, la nostra preziosa Piana, rispettata dai greci, ambita dagli arabi e conquistata come un trofeo dai normanni, sarà immondezzaio dell’isola a memoria dell’incapacità del governo Musumeci nel gestire i rifiuti. Ci piacerebbe dire ai nostri concittadini di Gela, Niscemi, Butera, Mazzarino, Piazza Armerina e Caltagirone, solleviamoci. Usciamo dalle nostre case e manifestiamo contro questo ennesimo sopruso. Ma sappiamo che il silenzio e forse la connivenza hanno catturato le nostre menti, hanno soppresso le nostre aspirazioni”. Per il comitato, non è più tempo di discariche ma di parchi naturali e di riqualificazione del territorio. “Noi siamo abituati alle battaglie, alle strade tortuose, anche a quelle che non portano alla meta eppure questa volta vogliamo fare la nostra parte. Il male del nostro territorio siamo noi stessi. Noi che abbiamo girato le spalle ad un’agricoltura fiorente per sperare in un futuro industriale impossibile. Noi che abbiamo preferito costruire obbrobriosi capannoni ovunque, offendendo il paesaggio e distruggendo le campagne. Oggi dovremmo sostituire i deleteri uffici urbanistici, con più proficui uffici del recupero paesaggistico, pensando di creare lavoro attraverso la bellezza. Ma la nostra non deve e non può essere una rassegnata imprecazione contro un ineluttabile destino. Vogliamo dire che le cose possono essere cambiate e lo dobbiamo dire mostrando una concreta via di uscita da questo mortale cappio, che Nello Musumeci sta preparando per il nostro territorio. Esistono delle norme europee che agiscono a salvaguardia del territorio e dell’ambiente comunitario. L’Europa – dicono – ha tracciato con il programma “Rete natura 2000”, una serie di corridoi ecologici per salvaguardare i processi vitali degli animali selvatici, ma anche le pratiche agricole e di sfruttamento del territorio del continente. Proprio nell’ambito di questo programma, la nostra Piana è stata dichiarata come zona di primaria tutela e meritoria di salvaguardia ambientale. In ragione di ciò, possiamo, senza timore di smentita, dire che l’iniziativa regionale volta a trasformare la Piana di Gela nella discarica siciliana è in assoluto contrasto col piano regionale dei rifiuti, approvato non molti mesi fa dal governo regionale, dove si specifica che i siti della Rete Natura 2000 non possono ospitare la “realizzazione di nuovi impianti o la possibilità di realizzare modifiche sostanziali agli impianti esistenti”. Va inoltre ricordato, cosa di non poco conto, che quando venne approvato nel 2013 il primo ampliamento della discarica di Timpazzo, nel provvedimento autorizzativo, erano state previste delle stringenti misure compensative, mai messe in atto e che, ad oggi, rimangono solo sulla carta. Inutile dire che questo ulteriore ampliamento ci sembra l’ennesima forzatura e l’ennesimo mascheramento di un’ulteriore mortificazione del territorio. I tempi sono cambiati, Gela vuole voltare pagina. Diciamo a Musumeci, tu vuoi la discarica nel nostro territorio e noi diciamo di volere il quinto Parco naturale della Sicilia, Il Parco della Piana di Gela, che miri a tutelare la Piana come fattore economico-ambientale e che valorizzi i prodotti agricoli in essa coltivati, dal carciofo ai grani antichi ma rilanci anche altri prodotti”.

Il comitato prende posizione e lo fa nettamente, chiamando all’unità contro il progetto su Timpazzo. “Il parco può diventare principale volano economico per le città del centro-sud siciliano, importante attrattore di finanziamenti comunitari e nazionali, grazie ai quali i nostri figli potranno trovare nuove e migliori opportunità di sviluppo. Un’opportunità che consentirà a Gela, in rete con i territori circostanti, parimenti valorizzati in ragione delle loro peculiarità, di veicolare un’idea di sviluppo del territorio che punta sulla bellezza. Cogliamo l’occasione per invitare tutta la cittadinanza e le associazioni gelesi e del circondario ad essere solidali e unirsi – concludono – in un’unica voce forte e chiara contro ogni ulteriore abuso del nostro territorio che deve voltare pagina”.

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