Rifiuti e debiti, Amato: “Mia relazione sottovalutata, se albero è marcio poi cade”

 
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Angelo Amato

Gela. Durante la sua esperienza in consiglio comunale, nel corso della sindacatura Messinese, l’allora esponente del Movimento cinquestelle Angelo Amato, in più occasioni, sollevò il caso dell’appalto rifiuti. Porta la sua firma anche la relazione di minoranza, redatta al termine dei lavori della commissione di indagine interna, che si insediò per verificare diversi aspetti del servizio rifiuti, in un arco temporale molto ampio. Amato non condivise quella prodotta dagli altri componenti, ritenendola poco incisiva. Alla luce delle recenti deliberazioni della Corte dei Conti e con l’ombra sempre piuttosto ingombrante dei debiti fuori bilancio, Amato spiega che la sua relazione “fu sottovalutata”. “Già allora – dice – la Corte dei Conti, tra i parametri di deficitarietà dell’ente, indicava i debiti fuori bilancio. Sul servizio rifiuti, la linea non è molto difficile da seguire. Se esce cento deve rientrare altrettanto. I dodici milioni di euro dell’amministrazione Messinese? Furono la conseguenza di quanto era accaduto in passato”. Secondo Amato, il piano economico finanziario avrebbe sempre risentito di un certo disallineamento sul piano dei costi. “Penso che durante la sindacatura Messinese – continua – il consiglio comunale, votato dai cittadini, avrebbe fatto bene a valutare i piani economici finanziari che venivano portati in aula, anche per verificare che tipo di sistema ci fosse alla base. Se l’albero è marcio, prima o poi cadrà”. L’ex consigliere fu tra quelli che erano pronti a misurarsi in aula, proprio sui numeri del servizio rifiuti. Secondo Amato, ancora oggi, il sistema dei rifiuti continua a segnare anomalie e deficit gestionali.

“L’ampliamento dell’impianto di compostaggio è stato effettuato? Sulle procedure Via-Vas per Timpazzo ci sono state evoluzioni? Dov’è il ciclo integrato dei rifiuti? – continua – io proposi esenzioni sulla Tari in base all’Isee, ma non se ne fece nulla. Mi risulta che non ci siano soluzioni chiare neanche sui costi della gestione post mortem delle vasche ormai non attive. Ho l’impressione che il sistema sia addirittura peggiorato. La privatizzazione, con appalti a società esterne, fu decisa perché si riteneva che non ci fosse la giusta efficienza. Ma sei i numeri di una gestione privata non portano vantaggi all’ente, non sarebbe meglio valutare altre soluzioni. Io proposi un servizio comunale, anche attraverso Ghelas”. Ad anni di distanza, sul servizio rifiuti e sui debiti fuori bilancio continuano ad essere accesi i fari non solo dei magistrati della Corte dei Conti, ma anche quelli degli inquirenti.

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